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Il presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, Paolo Perticaroli, ha scritto ai rappresentanti politici e agli attori sociali del territorio regionale. Richiama la loro attenzione sulla necessità di un intervento urgente per contrastare la denatalità nelle Marche.

A che punto è l’impegno delle istituzioni regionali e delle forze sociali per contrastare il problema della denatalità nelle Marche? È possibile trascurare uno dei temi su cui si gioca il futuro della Regione? Queste domande sono alla base di una lettera che Paolo Perticaroli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche ha scritto al presidente Francesco Acquaroli. Ma anche al presidente del Consiglio Latini, agli assessori Saltamartini e Castelli, ai gruppi consiliari regionali. Nonchè alle associazioni sindacali e ai vescovi della Regione.

Ricorda, nella lettera, che sono passati già due anni dalla prima Conferenza Regionale sulla famiglia che si è tenuta a Senigallia. E che già in quella sede era stato lanciato un primo, preoccupato allarme sulla situazione marchigiana.

La lettera del presidente del Forum Famiglia delle Marche

Riportiamo il testo integrale della lettera scritta dal Presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, Paolo Perticaroli.

“Gentilissimi,

tra alcuni giorni, e precisamente il prossimo 8 febbraio, ricorre il secondo anniversario della Prima Conferenza Regionale sulla famiglia che si è svolta a Senigallia. Che fu promossa dal Forum delle Associazioni Familiari delle Marche in collaborazione con il Consiglio regionale delle Marche e la Consulta regionale della famiglia.

Questo evento è stato un significativo momento di riflessione e approfondimento che abbiamo vissuto insieme, come comunità marchigiana, riguardo al tema della famiglia e della natalità ed è stato certamente un primo, importante passo che abbiamo compiuto a livello regionale nella direzione del futuro nostro e di coloro che rappresenteranno il domani della nostra regione dopo di noi.

Incontri e occasioni come l’evento di due anni fa a Senigallia non possono e non debbono essere sottovalutate. A risuonare nelle orecchie di ciascuno di noi, come monito e campanello d’allarme, anche nel nostro contesto regionale, dovrebbero bastare i dati marchigiani sul declino demografico.

Un crollo nel numero delle nascite e un saldo negativo tra nati e defunti che, pur essendo in linea con le cifre nazionali, non può non preoccuparci e deve interpellare non solo le istituzioni e la politica, ma tutti coloro che hanno la capacità d’incidere, in qualche modo, sul trend che i numeri certificano, così come sul ruolo che possiamo e dobbiamo oggi rivestire in questo ambito.

Il presente e il futuro della famiglia non sono uno dei temi sul tavolo. Per le implicazioni che essi hanno sulla sostenibilità del sistema sociale e previdenziale, essi oggi devono essere considerati “il” tema principale dell’agenda regionale.

Il bilancio demografico delle Marche, nel 2020, ha fatto registrare oltre 10mila persone in meno nella differenza tra nascite e morti.

Il nostro tasso di natalità regionale si colloca significativamente al di sotto della media italiana ed è tra i più bassi tra le regioni.

Sappiamo bene che molti piccoli comuni del nostro territorio rischiano seriamente di scomparire. E con essi rischiamo di perdere secoli di storia e tradizioni.

Ma c’è di più. La diminuzione dei nuovi nati e una crescita esponenziale degli “over-65” avrà ripercussioni notevoli anche sul mercato del lavoro. E sulla sostenibilità dell’attuale sistema pensionistico, oltre che sulla garanzia di un servizio sanitario universale di qualità. Senza pensare al disagio sociale a cui andranno incontro tanti “single” divenuti anziani senza fratelli, sorelle, genitori o persone care in grado di sostenerli e aiutarli di fronte a un’improvvisa malattia, a una patologia cronica o invalidante, a una difficoltà economica imprevista.

La nostra regione, come d’altra parte quasi tutte le regioni italiane, sconta purtroppo ritardi e difficoltà pluriennali che hanno origine dal livello nazionale – dal governo centrale, per intenderci. Dove per decenni non c’è stato sufficiente interesse per la “decrescita infelice” del numero di bambini che le coppie mettevano al mondo.

Un numero che – si badi bene – alcuni illustri studi di settore confermano non dipenda, se non in minima parte, dalla libera scelta dei coniugi di non avere figli, ma è piuttosto frutto della condizione di discriminazione fiscale, di abbandono sociale e di cattiva “vision” culturale in cui la famiglia e i figli sono stati confinati.

Un figlio oggi non è percepito come valore per la comunità in cui nasce, non è valorizzato come risorsa per la collettività, ma è etichettato come un “fardello”.

E, inevitabilmente, la sua crescita, i suoi bisogni, le fasi più delicate del suo sviluppo finiscono per ricadere, più o meno direttamente, sulle spalle dei genitori. Coloro che nonostante tutto hanno avuto il “coraggio” di concepirlo.

Speravamo che la Conferenza regionale sulla famiglia non restasse un “unicum”. Ci auguravamo che potesse diventare un appuntamento ricorrente, un punto fermo con cadenza annuale, in cui l’intera comunità delle Marche poteva riflettere, analizzare, e cercare di sintetizzare e di scoprire, di pubblicizzare e di rendere concrete cifre, dati, idee, soluzioni, iniziative, buone prassi.

Non dobbiamo né spaventarci, né alzare le braccia in segno di resa di fronte ai dati, pur preoccupanti, che “fotografano” la nostra situazione attuale.

Piuttosto, il nostro è un tempo irripetibile per rimboccarci le maniche  e tirare fuori le unghie con l’obiettivo di cambiare le cose.

In questo senso, la politica può fare molto.

Ma – e mi piace sottolinearlo proprio in questo contesto – neppure la politica è in grado di portare a termine questa missione senza il supporto, il sostegno, i suggerimenti, la vicinanza, le critiche, il pungolo dell’associazionismo regionale. E quello di tutte le realtà che hanno a cuore il futuro delle Marche: forze produttive, banche, imprese, mass media, gruppi sociali organizzati, esponenti del mondo culturale, semplici cittadini di buona volontà.

Ricordo di aver concluso l’intervento del Forum, all’evento di Senigallia di due anni fa, con queste parole: “Sarebbe senz’altro assai più bello, il prossimo anno, poter aprire la seconda Conferenza regionale ricordandoci a vicenda ciò che avremo nel frattempo migliorato, costruito, sviluppato insieme per la famiglia e la natalità nel nostro contesto regionale. Con l’obiettivo comune di trasformare, nel più breve tempo possibile, le Marche in una Regione davvero ‘a misura di famiglia”.

Sono passati due anni e purtroppo dobbiamo constatare che il nostro auspicio non si è realizzato.

A questo punto quello che chiediamo è che quanto meno si rimetta in moto la Consulta regionale della famiglia. E che il tema della denatalità regionale non sia abbandonato nel dimenticatoio.

Non si tratta di una nostra fissazione, qui stiamo parlando del futuro della nostra Regione.

Paolo Perticaroli

Presidente Forum delle Associazioni Familiari delle Marche”

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