Ogni anno, intorno all’11 novembre, si parla di “Estate di San Martino”: un periodo in cui, dopo i primi freddi autunnali, il clima torna sorprendentemente mite. Un fenomeno meteorologico ricorrente che unisce scienza, cultura popolare e antiche tradizioni contadine.
L’Estate di San Martino: tutto ciò che c’è da sapere
Il termine nasce dalla leggenda di San Martino di Tours, il soldato romano che, secondo la tradizione cristiana, tagliò in due il suo mantello per offrirne metà a un mendicante infreddolito. Subito dopo il gesto, il cielo si rasserenò e la temperatura divenne più calda, quasi come in estate. Da qui l’espressione “Estate di San Martino”, a indicare quel breve ritorno del bel tempo che si manifesta attorno all’11 novembre, data della festa dedicata al Santo.
Dal punto di vista meteorologico, l’Estate di San Martino si spiega con un temporaneo aumento della pressione atmosferica sull’Europa meridionale, che porta aria più secca e temperature miti. Tuttavia, non si verifica ogni anno con la stessa intensità e durata: in alcuni casi può durare solo pochi giorni, in altri anche una settimana intera.
Nelle campagne italiane, questo periodo era storicamente associato alla fine dei lavori agricoli e all’apertura delle botti del vino nuovo. Da qui il celebre detto “A San Martino ogni mosto diventa vino”, che unisce il ritorno del sole al rito del brindisi.
Oggi l’Estate di San Martino conserva un fascino particolare, tra meteorologia e memoria collettiva: un ultimo abbraccio caldo prima dell’inverno, e un’occasione per celebrare la generosità, la condivisione e la ciclicità della natura.









