Con l’abbassamento delle temperature, la domanda torna puntuale: quando si accende il riscaldamento? In Italia non esiste una risposta unica, perché l’avvio degli impianti dipende dalla zona climatica assegnata ai comuni, secondo il D.P.R. 412/93, che stabilisce periodo di accensione e ore massime giornaliere per il riscaldamento domestico centralizzato e privato.
Freddo in arrivo: quando si accende il riscaldamento nel 2025
Per il 2025 il criterio resta lo stesso, con eventuali ordinanze comunali straordinarie in caso di ondate di freddo anticipato. Le fasce più comuni:
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Zona E 15 ottobre – 15 aprile, massimo 14 ore al giorno
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Zona D 8 novembre – 7 aprile, massimo 12 ore
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Zona C 22 novembre – 23 marzo, massimo 10 ore
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Zona B 8 dicembre – 23 marzo, massimo 8 ore
Tra i grandi capoluoghi, Bologna, Torino e Milano rientrano in zona E, mentre Roma è in zona D. Nei condomìni con riscaldamento centralizzato, gli orari vengono stabiliti dall’amministrazione rispettando il limite giornaliero, ma con possibili pause obbligatorie nell’erogazione.
In caso di disallineamento tra l’impianto e le esigenze personali, molti cittadini si informano sul distacco dal riscaldamento centralizzato: è possibile, ma non sempre economicamente vantaggioso. La giurisprudenza prevalente impone infatti il pagamento delle spese involontarie di dispersione, anche dopo il distacco, salvo diverse previsioni assembleari o regolamento condominiale.
Radiatori, stufe, pompe di calore: quale riscaldamento conviene oggi
La scelta dell’impianto non è più un fatto tecnico, ma strategico. I costi dell’energia degli ultimi anni hanno ribaltato molte certezze e spinto milioni di famiglie a soluzioni alternative.
Radiatori e termosifoni restano i più diffusi, soprattutto nei centri urbani, ma richiedono un’attenzione annuale: il lavaggio dell’impianto di riscaldamento, spesso trascurato, elimina fanghi e calcare, migliorando l’efficienza fino al 15% e riducendo consumi e rumorosità.
Le stufe e i camini rappresentano un supporto al riscaldamento principale. Il pellet ha vissuto una forte oscillazione di prezzo nell’ultimo biennio, ma resta conveniente rispetto al gas metano in molte aree. Il camino a legna mantiene un fascino irrinunciabile, sebbene richieda gestione, canna fumaria certificata e scorte adeguate.
Gli impianti alimentati a gasolio da riscaldamento, ancora comuni nelle aree rurali, sono stabili ma soggetti alla volatilità del mercato dei combustibili. Oggi tendono a essere sostituiti da soluzioni più efficienti, dove possibile.
Sempre più spazio occupa la pompa di calore per riscaldamento, tecnologia che converte l’energia esterna in calore interno con consumi estremamente ridotti. Rende al massimo in abitazioni ben isolate e in abbinamento a superfici radianti. Non a caso il riscaldamento a pavimento, nonostante un costo iniziale elevato, è tra i sistemi più apprezzati per comfort e consumo: lavora a bassa temperatura, distribuisce calore in modo uniforme e dialoga alla perfezione con le pompe di calore. I tempi di ammortamento variano, ma in molti casi vengono stimati tra i 5 e gli 8 anni, a seconda della metratura e dell’efficienza dell’abitazione.
Chi cerca una soluzione immediata spesso valuta il miglior riscaldamento elettrico: convettori, infrarossi, pannelli radianti. Ideali per spazi singoli o integrazioni rapide, ma se usati come unico impianto su grandi superfici possono incidere sensibilmente in bolletta. Qui entra in gioco un alleato prezioso: il cronotermostato, che evita sprechi e consente una gestione automatica delle fasce orarie più economiche.
Quanto si può risparmiare? Più di quanto si pensi
L’efficientamento energetico non si fa con un unico gesto, ma con un insieme di scelte di buon senso:
Regolare la temperatura a 19°C, valore previsto anche dalla norma per gli immobili residenziali, abbassa i consumi fino al 10% rispetto ai 21°C. Una manutenzione annuale della caldaia può migliorare la resa del 5-8% e l’installazione di valvole termostatiche evita dispersioni nelle stanze meno vissute. Anche un gesto banale, come spurgare i termosifoni all’inizio della stagione, rimuove sacche d’aria e migliora la circolazione del calore.
L’errore più comune è “accendere al massimo per fare prima”. Gli impianti impiegano un tempo tecnico costante per andare a regime: spingere la temperatura oltre la soglia non scalda più rapidamente, ma consuma di più. Non tutti lo sanno eppure la differenza si vede, soprattutto nelle case grandi. A volte sono i dettagli a spostare gli equilibri, come ricordarsi di chiudere le tende la sera per ridurre la dispersione termica o evitare di coprire i radiatori con arredi o copritermosifoni.
La stagione fredda è una sfida, ma anche un banco di prova per imparare a scaldare casa in modo intelligente. Il vero comfort non è una fiammata momentanea, ma una temperatura stabile, un impianto sano e una bolletta che non diventa un salasso. Il calore perfetto è sempre un equilibrio: tecnico, economico, e sorprendentemente… un po’ psicologico.









