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È uscito a settembre 2025 per FAS Editore il volume “Il mio Egitto. Ediz. multilingue” di Rania Yehia, un albo illustrato rivolto ai più piccoli. Il libro è scritto in doppia lingua — italiano e arabo — proprio per rivolgersi sia ai bambini italiani sia ai bambini figli di famiglie arabe residenti in Italia, favorendo l’educazione interculturale e il dialogo fra memorie e identità.

Un albo bilingue: Il mio Egitto

La storia ruota attorno a Lorenzo, un bambino di dieci anni che non è mai stato in Egitto e che conosce quel Paese solo attraverso i racconti di sua madre e le lezioni scolastiche. Un giorno, grazie a una lezione di egittologia, Lorenzo inizia un percorso di scoperta che lo porta a riconoscere le sue radici, a conoscere il passato, ad avvicinarsi alla cultura materna con orgoglio e curiosità. L’opera è arricchita dalle illustrazioni dell’artista Ahmed Beshr, che accompagna il testo con immagini evocative e sensibili. 

albo bilingue

Caratteristiche editoriali: formato, pubblico e obiettivi

L’edizione conta 36 pagine, formato brossura, ed è in commercio a partire dal 1° settembre 2025. Lo scopo dichiarato è duplice: offrire un testo accessibile e accattivante per i bambini, e stimolare una riflessione più ampia sul tema dell’identità, del radicamento culturale e dell’incontro tra generazioni. In un contesto in cui il dialogo fra Italia e mondo arabo si fa sempre più urgente, “Il mio Egitto” si pone come strumento educativo, capace di dare voce a famiglie multiculturali e di valorizzare le radici culturali senza contrapposizione. 

L’opera è già disponibile in librerie e online su Amazon.it.

Un passo verso l’educazione interculturale

“Il mio Egitto” non è un semplice albo per bambini: è una proposta educativa e simbolica. Attraverso le vicende di Lorenzo, il lettore — piccolo o grande — è stimolato a confrontarsi con temi come l’identità, la memoria e l’appartenenza. Inoltre, il bilinguismo è una scelta significativa: non solo favorisce l’inclusione linguistica, ma ricorda che una cultura non è monolitica, e che crescere tra lingue e tradizioni diverse può essere una ricchezza. Il libro si inserisce in un filone di iniziative che vedono l’italiano e l’arabo dialogare nelle scuole, nelle biblioteche, nelle politiche linguistiche e culturali, e testimonia che un racconto semplice può diventare ponte fra generazioni e mondi.

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