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L’indagine svolta dal “Sole 24 Ore” sui prezzi di 20 prodotti alimentari in 57 città italiane, sulla base dei dati dell‘Osservatorio sui Prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico, aggiornati allo scorso novembre 2011, rivela che Ascoli Piceno si attesta al 33° posto delle classifica sul caro vita e mette in luce, inoltre che le abitudini alimentari degli ascolani prevedono un largo consumo di pane, latte, uova, carni, acqua minerale, zucchero e caffè ovvero, proprio quei beni di largo consumo che hanno subito i maggiori rincari. 

Nel settore alimentare, in particolare, è da segnalare il rincaro del caffè che ha registrato +16,5% rispetto a gennaio 2011, mentre per lo zucchero +15,9%. In rialzo anche il prezzo del pane e della pasta in crescita su rispettivamente, del 2,9% e del 2,1%. Secondo le stime preliminari dell’Istat sull’inflazione, il carrello della spesa dunque si “appesantisce” per le tasche di una famiglia media di un + 4,2% punti percentuali su base annua e si tratta del maggior rialzo da gennaio 2011.

Dal comparto ortofrutticolo, per i consumatori non arrivano notizie migliori. Gli aumenti hanno toccato anche il 100% per alcuni prodotti. In parte, è spiegabile con la legge della domanda e dell’offerta, ma se consideriamo che l’aumento medio per la frutta e gli ortaggi è stato del 10%, mentre il consumatore si è ritrovato con prezzi aumentati anche del 200% è evidente che per il consumatore i conti non tornano.

LE CAUSE SECONDO COLDIRETTI MARCHE – Due sono le cause principali per l’ impennata dei prezzi dei generi alimentari individuata da Coldiretti Marche. La prima è da ricondursi al caro benzina, con riferimento particolare al trasporto e la logistica per i prodotti importati. Negli ultimi dodici mesi l’aumento dei costi del carburante è costato ai marchigiani 160 milioni di euro e considerato che l’86% dei prodotti alimentari viaggia su ruote, già le prime stime annunciano che ciò influirà sul prezzo finale dei prodotto alimentari di circa un terzo in più. La seconda causa si annida nel consueto dispiegarsi del processo economico della legge della domanda e dell’offerta. I passaggi dovrebbero essere tre: produttore, grossista, vendita al dettaglio, invece la quantità di passaggi spesso è considerevole e tanto più le dinamiche di distribuzione aumentano, altrettanto si creano forzature che portano alle solite speculazioni che si verificano sia in casi di crisi sia che in condizioni ordinarie.

 

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