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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quattrordici arresti nell’operazione “Aur Rosu” per i furti di rame agli impianti fotovoltaici messi a segno nelle province di Ascoli, Macerata e Teramo. L’indagine era cominciata alla fine del 2012 dopo alcuni furti nell’interland sambenedettese. Il due maggio scorso erano stati arrestati sette dei 14 indagati, responsabili del furto di circa 30 quintali di cavi in rame dell’impianto di trasmissione di energia elettrica di un sito fotovoltaico a Cesolo di San Severino Marche (MC) del valore di oltre 50mila euro. 

 

Attraverso intercettazioni telefoniche e i pedinamenti, gli investigatori hanno scoperto una vera e propria associazione per delinquere romena, tutti residenti o domiciliati da tempo ad Ascoli Piceno, aiutata anche da tre ascolani. Due leader individuavano gli obiettivi da colpire, costituivano le squadre d’assalto, dirigevano e coordinavano i sopralluoghi. Si tratta del 33enne G. M.S. e del 23enne O.M. P., già arrestati il 2 maggio. Oggi sono stati arrestati anche gli altri componenti della banda, la “manovalanza”, la “vedetta”, l’autista, i “movieri” per il recupero dei materiali. Altre due persone non sono state ancora rintracciate. Una particolarità scoperta durante le indagine era il linguaggio usato dai malviventi per comunicare il risultato dei sopralluoghi effettuati o concordare le spedizioni furtive. Tetto significava “pannello solare”; “rifare l’intonaco” voleva dire “tagliare la recinzione”. Tutto sotto la copertura di una vera e propria impresa edile registrata a nome del capo G. M.S.