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ASCOLI PICENO – “La bonifica dell’area Carbon non può essere accollata a noi ascolani, scambiandola con una variante urbanistica di 350mila metri cubi di residenziale inutile, che diminuirebbe il valore delle nostre case e ci caricherebbe delle urbanizzazioni future”. Così il Comitato Area Carbon in una nota, intervenendo in merito al principio “chi inquina paga” che il giudice italiano ha rimesso alla Corte di giustizia europea. “Torniamo a chiedere che l’Amministrazione sospenda immediatamente la formazione della variante e si predisponga ad applicare la legge a tutela della città nei modi opportuni: se necessario, anche con il sequestro dei beni a garanzia delle somme necessarie, come ha già fatto la magistratura tarantina nel caso Ilva”.

Il comitato suggerisce anche agli amministratori locali di “studiare gli infiniti esempi di vera riqualificazione urbana che in terra picena, in Italia e nel resto del mondo procurano alla popolazione lavoro, economia e una migliore qualità della vita. Scoprirebbero che, al posto di 1200 appartamenti inutili con l’ennesimo centro commerciale, su 27 ettari a ridosso del Centro Storico si possono realizzare tanti progetti per risollevare l’economia dell’intero territorio, da decidere col piano regolatore generale e con la partecipazione dei cittadini. In tal modo, la bonifica e il nuovo PRG marcerebbero nella stessa direzione e nell’interesse della città, invece che in collisione fra loro. E alla fine della fiera, invece di pagare la bonifica con un inutile quartiere incastrato tra Centro Storico Porta Maggiore e Monticelli, noi ascolani avremmo la riparazione dell’inquinamento subìto che ci spetta per legge; e soprattutto, la possibilità irripetibile di utilizzare un’area strategica per il futuro e il benessere del nostro territorio. Oppure a qualcuno conviene svendere la nostra città a pezzi come la Concordia?”.