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MARCHE – Oggi splende il sole e la pioggia che si è riversata nella giornata di lunedì non sarà solo un ricordo. Nel day after i Comuni lavorano per ripulire le strade dal fango, mettere in sicurezza le zone a rischio frana e fare un primo bilancio dei danni. Stilati dalla Regione Marche, invece, gli esiti del maltempo del mese di novembre per 258 milioni di euro; questo bilancio non tiene conto dei problemi creati dalla nuova allerta meteo fronteggiata nella giornata di lunedì.

Il dipartimento regionale della Protezione Civile ha concluso la ricognizione da presentare alla presidenza del Consiglio dei Ministri per richiedere lo stato di emergenza. Comuni e Province hanno inviato le segnalazioni raccolte sul territorio e trasmesso la documentazione alla Regione. Complessivamente si sono spesi 3 milioni e 416 mila euro nella fase emergenziale, mentre i danni evidenziati ammontano a 227 milioni e 694 mila per quanto riguarda il ripristino dei corsi d’acqua, della viabilità, dei beni immobili e delle infrastrutture. I privati segnalano danneggiamenti per 13 milioni e 526 mila euro, le attività produttive per 13 milioni e 365 mila euro, a cui vanno aggiunti i bilanci degli agricoltori.

“Le avverse condizioni meteo del mese scorso hanno inferto ferite profonde al territorio, alle infrastrutture e alle attività produttive – sottolinea il presidente della Regione, Gian Mario Spacca – La macchina dei soccorsi ha funzionato bene e tutto il sistema della Protezione Civile è stato all’altezza della situazione. Ma l’entità e la durata delle precipitazioni hanno lasciato una scia di devastazioni che richiedono l’intervento dello Stato per poter assicurare un rispristino delle infrastrutture e delle attività compromesse”. L’ascolano e il fermano hanno retto bene rispetto alle altre zone marchigiane, per il presidente Spacca; “i lavori eseguiti dopo l’alluvione del 2011 hanno permesso di contenere gli effetti dell’ultima ondata di maltempo, a dimostrazione dell’importanza della messa in sicurezza del territorio che rappresenta non una spesa, ma un investimento che necessita di risorse adeguate che solo lo Stato può garantire”.