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ANCONA – Intesa raggiunta e lavoratori in salvo. Indesit e sindacati si sono accordati nella serata di ieri in merito al piano di riorganizzazione produttiva. L’accordo ha ottenuto il supporto delle principali sigle sindacali e attende ora solo la ratifica di un referendum aziendale. L’intesa prevede contratti di solidarietà per circa mille persone fino al 2018, la riorganizzazione produttiva dei tre siti manifatturieri italiani e lo spostamento di alcune produzioni a basso prezzo in Turchia, in modo da renderle strutturalmente competitive.

La firma è arrivata alle 22,30 di ieri sera a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico tra il management Indesit e Fim-Cisl e Uilm-Uil, mentre la Fiom-Cgil ha deciso di non autografare il documento. Ora la parola spetta alle assemblee ,con una sorta di referendum tra i lavoratori che, se forniranno il loro assenso daranno il definitivo via libera all’accordo per scongiurare la messa in mobilità di 1.400 lavoratori in tutta Italia (di cui 480 nella sola Fabriano) ben prima della data limite del 4 febbraio. 

Le prime assemblee giovedì a Caserta, venerdì a Melano e Albacina e nella sede centrale degli uffici di viale Aristide Merloni, lunedì prossimo a Comunanza. In quegli incontri si deciderà la formula dei referendum (probabile il voto segreto attraverso apposite urne) e la data. Ma sorprese non dovrebbero essercene. 

“Un’intesa importante perché ha prevalso il senso di responsabilità per la difesa dei livelli occupazionali”, ha dichiarato l’assessore regionale Sara Giannini. “Anche con l’impegno della Regione è stata perseguita una linea di responsabilità che ha favorito l’accordo più avanzato per coniugare tutela dei lavoratori, competitività e rilancio del territorio: nessun licenziamento per i prossimi 5 anni; ritiro della mobilità dopo il referendum; attivazione del tavolo di settore; conferma del progetto di piattaforma fisica di ricerca e innovazione; zonizzazione agevolata per gli investimenti nei territori coinvolti. Viene così scongiurato uno scenario devastante di licenziamenti e rottura sociale, che sicuramente sarà compreso dai lavoratori”.

Soddisfatto anche il governatore Spacca: “L’intesa raggiunta, infatti, ricerca la difesa dell’occupazione, del lavoro e la coesione sociale della comunità, evitando licenziamenti e confermando sostanzialmente il radicamento in Italia delle produzioni. È significativa perché pone basi concrete per attivare una reale politica industriale di rilancio del settore degli apparecchi domestici e professionali nel territorio, come fermamente richiesto dalla Regione Marche. La conferma del progetto di piattaforma fisica di ricerca e innovazione, l’avvio del tavolo di settore, la previsione di una zona agevolata per gli investimenti: sono elementi concreti e decisivi per avviare una politica di sviluppo che offra una prospettiva industriale e consenta di guardare al futuro con maggiore fiducia”.