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ASCOLI PICENO – Gino Sabatini, passato alla presidenza regionale, saluta Cna Ascoli con un obiettivo: fare del 2014 un anno di riscossa per le imprese del territorio. E assicura: “continuerò a essere presente per questa città e questa provincia, anche se il mio ruolo sarà differente”. La palla passa a Luigi Passaretti, a meno di colpi di scena poco probabili. Domenica 26 gennaio, infatti, si terrà l’assemblea elettiva e il forum di Cna presso l’Auditorium Cassa di Risparmio ad Ascoli dalle 10.  Durante la mattinata ci sarà anche la tavola rotonda “Artigiano digitale. Nuove tecnologie e opportunità derivanti dal digitale” con Gianluca Gregori, prorettore Politecnica delle Marche, Roberto Dalmas, direttore generale Banca dell’Adriatico, Sara Giannini, assessore regionale alle attività produttive e Daniele Vaccarino, presidente nazionale Cna. Quest’ultimo domani mattina, 25 gennaio, alle 17,30 incontrerà il sindaco Guido Castelli e assieme visiteranno il Centro degli Artigiani della Cna Picena. 

 

 

Il presidente Sabatini saluta tirando le somme di questi suoi quattro anni: “il cammino ci ha resi protagonisti a livello provinciale e nel rapporto con gli artigiani. I nostri imprenditori hanno la voglia e la forza di tornare protagonisti sul mercato, ma è necessario che tutti gli stakeholders del territorio uniscano le forze per lavorare sinergicamente“. Balloni invece ha fatto il punto sulle cifre: “alla fine del 2013 le imprese attive totali nella provincia di Ascoli Piceno sono diminuite di 137 unità rispetto al 2012 con una diminuzione percentuale pari allo 0,6%. Le nuove imprese sono state 1.507, ovvero 107 unità, il 7,6 per cento in più rispetto al 2012. Le cessazioni sono state 1.637, cioè 216 pari al 15,2 per cento in più al 2012. La maggiore crescita delle cessazioni ha portato ad un aumento del saldo negativo di imprese giunto a meno 130 rispetto al 2012 (erano state “solo” meno 21 nel 2012 rispetto al 2011)”.

 

L’aspetto più negativo è che non si crede più nel mercato: “In appena 8 anni le piccole imprese della provincia di Ascoli Piceno hanno ridotto dell’80 per cento le risorse investite. Eppure, l’impresa picena regge: nel suo andamento ciclico, disegna un profilo di una provincia che viaggia a ritmo più sostenuto di quello del complesso della regione. Le dinamiche degli iscritti alle liste di mobilità mostrano come in tutte le province marchigiane essi diminuiscano: Fermo, Pesaro Urbino, Ancona e Macerata registrano i cali maggiori, rispettivamente con variazioni del -72,4%, -50,4%, -38,3% e -33,4%; Ascoli Piceno segna una dinamica più contenuta, molto al di sotto della media marchigiana, pari al -16,2%. Il che vuol chiaramente dire che nel Piceno il lavoro resta fra le prime, e forse proprio la prima, emergenze economiche e sociali”.