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ASCOLI PICENO – Fuori il presidio, dentro il fronte comune per difendere la centrale del latte. E’ lo scenario di ieri pomeriggio, 31 gennaio, in piazza Simonetti durante il consiglio provinciale aperto per la chiusura della Coalac. Tanti gli interventi dopo la chiamata a raccolta dei sindacati, dei rappresentanti delle associazioni di categorie, dei sindaci dei comuni montani. Accanto al presidente del consiglio, l’assessore regionale all’Agricoltura Maura Malaspina. 

 

“Questo attacco – ha detto Falcioni aprendo l’assemblea – ricorda  quel distacco tra il piceno e il resto delle Marche che scontiamo da sempre e che fa male. Ci toccano su quello a cui teniamo di più. Per questo il consiglio chiede all’unanimità alla Regione di pronunciarsi sulla vicenda e di difendere la Coalac“. “Questo piano industriale è un attacco frontale al sud delle Marche, si attacca un’azienda sana e questo è inaccettabile“, ha aggiunto il presidente della Provincia Piero Celani. Nemmeno Castelli si è risparmiato: “Questa sarà la prima assise di una lunga serie. Questo è solo un grande affare e in questa regione ci sono dei collaborazionisti che stanno rendendo possibile quella che è solo una mera operazione commerciale. Ma attenzione, oggi si salva Jesi, domani anche i collaborazionisti saranno cannibalizzati“. 

 

Tra gli altri interventi anche quello di Fabio Lupi, direttore dell’Associazione allevatori provinciale che ha ricordato quanto sia importante valorizzare le produzioni locali. L‘assessore provinciale all’agricoltura Mariani ha invocato uno scatto d’orgoglio, con il monito di non rendere la questione una passerella politica, ma di far arrivare alla Regione un messaggio unitario.

E martedì 4 febbraio i sindacati torneranno in Regione e Monaldi chiede con forza la presenza del presidente Spacca “che deve metterci la faccia e siamo sicuri che lo farà. E’ inaccettabile un piano industriale che taglia i rami verdi e lascia quelli secchi“. Il capogruppo Udc, Sergio Corradetti, ha ripercorso la storia della Coalac e della Cooperlat, mettendo l’accento sulle modalità poco chiare e trasparenti con cui ad aprile dello scorso anno la cooperative più sane sono state letteralmente buttate fuori dalla rielezione del cda aziendale. Corradetti ha anche assicurato: “su questa vicenda non ci sarà speculazione politica”. Dalla Coldiretti l’allarme: “la Coperlat compra il 49,6% del suo latte e quello che si sta compiendo è un furto di identità. Siamo stanchi di questi piani industriale che non tengono conto del territorio. Abbiamo dimenticato che vanno difesi i diritti di chi produce latte per difendere la cooperativa“. 

In chiusura l’assessore Malaspina: “in tutti i nostri incontri abbiamo sempre ribadito che questo settore è strategico per la Regione Marche che intende difenderlo e salvaguardare l’economia di tutto il territorio, comprese le zone più interne e disagiate. La Regione sarà con voi“.