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ASCOLI PICENO – Arrivano anche in consiglio comunale i dehors di piazza Arringo. Già da tempo i consiglieri di minoranza Pd Ameli, Bellini e Pesarini avevano presentato una interrogazione per chiedere spiegazioni sulla vicenda, che nella mattinata di mercoledì si è arricchita di un nuovo importante capitolo con i sigilli posti alle quattro strutture sotto accusa dai carabinieri per decisione del tribunale di Ascoli. Nello specifico i tre esponenti di opposizione accusano il sindaco di aver fatto una delibera dopo aver sentito solo alcuni commercianti e senza aver interpellato prima la soprintendenza ai beni archeologi e culturali, evidenziando come questi manufatti siano sorti proprio davanti l’ufficio del sindaco che quindi, se fosse stato all’oscuro, avrebbe dovuto mandare subito i vigili.

 

“Sono favorevole ai dehors perché utili e modernizzanti – ha risposto Castelli – ma bisogna trovare il punto di equilibrio con il decoro urbano. Il nostro ufficio tecnico, insieme alla Soprintendenza e all’Università, sta studiando un regolamento con indicazioni chiare. La situazione attuale è che una parte dei commercianti interessati non ha rispettato patti e parametri. La delibera che fu fatta, per cercare di far tornare a vivere il centro storico, aveva un carattere sperimentale e provvisorio, senza che poi ci potesse essere alcun vincolo di diritti acquisiti. Una scelta di sperimentazione che rivendico pienamente, il problema è che qualcuno preso dalla foga di anticipare non è stato ai patti installando dei manufatti che sono abusivi perché non hanno autorizzazioni e già il 24 dicembre i vigili hanno emesso contravvenzioni non solo per la mancanza di permesso, ma anche per la questione dello smontaggio. La mia sfida sarà quella di trovare una soluzione per far sì che i dehors trovino un equilibrio al centro storico così come avviene in tante città, tipo Firenze. Purtroppo qui c’è chi ha sbagliato dopo che gli era stata concessa fiducia, un’occasione persa.”

 

Una risposta quella del primo cittadino che però non ha convinto del tutto il consigliere Pd Ameli, che ha risposto dicendo che il sindaco non ha chiarito perché non sia stata subito coinvolta nella realizzazione della delibera la soprintendenza e soprattutto come non accorgersi del montaggio avvenuto proprio davanti al suo ufficio, definendo la questione un altro pasticcio all’ascolana.