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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Chieste le dimissioni immediate del sindaco Giovanni Gaspari; il Popolo delle Libertà è perentorio. La sentenza del Tar sul Consiglio comunale del 30 novembre è l’ennesima macchia nera di questa Amministrazione, dopo la condanna della Corte dei Conti per gli incarichi, il ricorso vinto dalle multinazionali per la pompa di benzina e il procedimento aperto sullo stadio e sulle pensiline fotovoltaiche.

“Gli suggerimmo anche di effettuare una nuova convocazione il giorno successivo, ma non fummo ascoltati. – afferma Piunti – Ora il sindaco si reca in Prefettura e al Ministero dell’Interno. Vogliamo sapere come questa Amministrazione intenda porre rimedio all’annullamento del bilancio”. A non andare giù anche il comportamento del presidente del Consiglio Marco Calvaresi che avrebbe garantito la maggioranza e quindi la seduta consiliare, senza tener presente la norma del regolamento. Un comportamento a favore della maggioranza, secondo il gruppo d’opposizione. Presente in conferenza stampa anche il legale Cristina Caporossi che ha curato il ricorso del Pdl. “La sentenza del Tar ha annullato il bilancio assestato, atto che porta allo scioglimento del consiglio comunale, solo la nomina di un commissario potrà salvarlo”, spiega l’avvocato.

L’Amministrazione, intanto, si è appellata al Consiglio di Stato e giovedì si recherà dal Prefetto. Per il Pdl, però, non sono molte le possibilità di veder riconosciuta la sospensiva del Tar, che generalmente viene concessa in casi straordinari. In pratica, la sentenza del Tar ha annullato la seduta del Consiglio comunale e quindi l’approvazione dell’assestato di bilancio. Entro sessanta giorni il Comune può ufficializzare la sospensiva e in base all’esito si procederà alla nomina o meno di un commissario ad acta per la predisposizione del bilancio da sottoporre in nuova seduta. Sul filo di lana la mini Imu, introdotta proprio in quel consiglio.