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Italo Calvino definì lo spirito partigiano come una “attitudine a superare i pericoli e le difficoltà di slancio, un misto di fierezza guerriera e autoironia sulla stessa propria fierezza guerriera, di senso di incarnare la vera autorità legale e di autoironia sulla situazione in cui ci si trovava a incarnarla, un piglio talora un po’ gradasso e truculento ma sempre animato da generosità, ansioso di far propria ogni causa generosa”. Sulla base di questo spirito e di questo slancio, Mario Monicelli racconta la storia di un gruppo di giovani, capitanati da un ex pugile conosciuto come Sor Dieci (Paolo Villaggio), che a bordo di un furgone malmesso gira la Toscana, appena liberata dagli alleati nell’agosto 1944, per organizzare finti incontri di pugilato nelle fiere di paese e raccogliere offerte di cibo e denaro.

Lungo il percorso, sullo sfondo di una guerra di Liberazione che volge al termine, la combriccola incontrerà personaggi grotteschi e situazioni tragicomiche, rivalutate ogni volta come insegnamenti dal Sor Dieci. Il film è una sorta di road movie, a metà strada tra L’Armata Brancaleone e Amici miei, dai quali riprende alcuni tratti distintivi, quali il manipolo di miserabili e la goliardia, per riadattarli al clima di rinascita post-Liberazione.

L’ambientazione è quella dell’agosto del 1944, la guerra si è spostata a Nord, la Toscana è liberata, e nei paesini si respira l’aria di un nuovo inizio. Su questo scenario, lo spirito positivo e indomito del Sor Dieci rappresenta la speranza che non si piega di fronte alle difficoltà e ne emerge fiera e combattiva.

“Forse sopravvivere è meglio di vivere”

REGIA: Mario Monicelli

ANNO: 1994

GENERE: Commedia

DURATA: 113 minuti

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