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La Camera ha approvato il pacchetto per lo smaltimento dell’arretrato delle cause civili, dando il via libera definitivo alla conversione in legge del decreto sul processo civile. Il provvedimento conta di diversi nodi fondamentali come il divorzio e la separazione senza giudice, la maggiore possibilità di ricorrere ad arbitrati, la disincentivazione delle cause e il taglio delle ferie ai magistrati. L’obiettivo è quello di provare a smaltire le situazioni arretrate dei tribunali civili.

COSA CAMBIA – Da approfondire è il delicato tema del diritto di famiglia. In questo campo, infatti, si prevede che in caso di separazione o divorzio consensuale e senza trasferimenti patrimoniali la coppia senza figli minori o portatori di handicap possa tornare davanti al sindaco del Comune, presso cui è stato contratto il matrimonio, per annunciare la fine del rapporto. Il primo cittadino ne prenderà atto e riconvoca la coppia dopo un mese; se i due non hanno cambiato idea il matrimonio si dirà concluso. Nel caso in cui nella famiglia ci siano minori o figli portatori di handicap si potrà ricorrere alla negoziazione assistita. Ovvero, saranno i legali della coppia a istruire la pratica per poi trasmetterla per un controllo finale al procuratore della Repubblica che darà il suo assenso verificando l’interesse dei figli. In caso contrario trasmetterà gli atti al tribunale e si tornerà alla procedura ordinaria.

TUTELA E PRECARIETA’ – Da tutelare la garanzia dei diritti dei figli o dei disabili. La procedura facilitata, infatti, rischia di scaricare e comprimere passaggi determinanti per le nuove dinamiche familiari. Il pubblico ministero incaricato potrebbe avere solo qualche giorno di tempo per valutare che i diritti dei figli siano garantiti e, in caso di parere negativo, rivolgersi al giudice; è giusto chiedersi se i tempi siano consoni e sufficienti. La riforma del divorzio facile, rischia di rendere la famiglia più precaria. Inutile la proposta di costituire una commissione giustizia che affrontasse complessivamente la questione divorzio, la materia seppur delicatissima procede per frammenti e a due velocità. Parallelamente, oltre alla modifica della legge del 1970 sul divorzio che semplifica le procedure della fine del matrimonio, è bloccato al Senato quello che viene definito divorzio breve. In questo testo è prevista una sensibile riduzione dei tempi di separazione dai 3 anni a 6 mesi nel caso consensuale e dai 3 anni a 1 anno in caso di separazione giudiziale.

EDUCAZIONE E MEDIAZIONE – Tornando alla recente approvazione, infine, gli avvocati delle parti devono dare atto della tentata conciliazione delle parti e informarle, pena sanzione, della possibilità di accedere alla mediazione familiare e dell’importanza che i bambini trascorrano tempi adeguati con ciascuno dei genitori. A dirla tutta, la contemporaneità avrebbe bisogno di una rinnovata educazione sentimentale; prima della separazione, c’è la famiglia e prima ancora la coppia.

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