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Cristiana Castelli è un’attrice eclettica, che non risparmia sorprese in ogni sua nuova interpretazione. Si muove con disinvoltura nei cunicoli poco illuminati dell’anima, il solo luogo dove è possibile comprendere appieno la bellezza e la violenza dell’esistenza. Non tutti hanno la capacità di entrare nell’uomo, comprenderne la sua complessità, smascherarla e riportarla, semplicemente nuda, sul palco. È il mestiere dell’attore, corpo e voce che parlano di una verità. Già, perché dal palco non verrà mai fuori la realtà, ma solo una verità.

Abbiamo sentito Cristiana per il numero di marzo di Piceno33 e ci ha parlato delle sue origini, di quando cominciò a recitare piccolissima in Toscana, la Regione dove è cresciuta. Ci ha raccontato dei suoi lavori, del mestiere dell’attore, della Commedia dell’Arte, da qualche anno la sua passione.
Cristiana vive in Ascoli e nella sua città è molto attiva in ambito culturale. È stata sua l’idea della rassegna di risto-teatro “Metti il teatro a cena”, come da migliore tradizione italiana si mangia davanti a un palco da dove viene narrata ogni volta una storia diversa. Cristiana sa far ridere (ed è facilmente intuibile se la si conosce, grazie alla sua personalità libera e aperta) ma il suo forte temperamento le consente anche di interpretare ruoli più intimi e difficili, come in “La storia grottesca di un paziente qualunque: io” di Alfredo Barbizzi, morto di cancro nel 2011 all’età di quarantuno anni. Un omaggio ad un amico indimenticabile che ha commosso molti di quelli che hanno assistito allo spettacolo.

Da qualche tempo Cristiana Castelli cerca di trasmettere la sua passione e le sue conoscenze anche fuori dai teatri. Suo è il progetto “Leggiamo un libro a mamma e papà”, iniziativa che vuole educare alla lettura i bambini con la partecipazione dei genitori. Insieme a un gruppo di amici, poi, ha fondato l’associazione Actor che organizza iniziative culturali di vario genere.

L’intervista completa a Cristiana è sul numero di marzo di Piceno33, distribuito gratuitamente in tutta la Provincia.

“Leggiamo un libro a mamma e papà”. Come è nato il progetto?
Leggiamo un libro a mamma e papà è un laboratorio di lettura in stile teatrale per tutta la famiglia ed è nato nel 2009 da una idea mia e di Veronica Barelli. All’epoca eravamo entrambe madri di bimbi piccoli. Scopriamo insieme il piacere di condividere con i nostri figli l’amore per i libri e per il teatro, così buttiamo giù il progetto. Da allora abbiamo dato vita a tante edizioni perché il laboratorio piace per un semplice motivo: genitori e figli si ritrovano a condividere – in un paio d’ore – uno spazio dedicato alla lettura dei migliori testi dell’editoria infantile, scelti con cura e passione, e attraverso il gioco scoprono insieme il magico mondo del teatro. A ogni incontro si mette in scena ciò che si è letto, usando maschere, costumi, accessori. Durante il laboratorio si possono scambiare i propri libri preferiti nella nostra BiMblioteca, si forniscono notizie sugli eventi più interessanti a misura di famiglia, si parla e ci si consiglia. Da un paio d’anni il nostro laboratorio è stato scelto da tanti genitori come modo alternativo di festeggiare un compleanno e diverse strutture turistiche ci contattano per svolgere campi estivi, oppure festeggiare il Capodanno o il Carnevale. Da quattro anni (essendo Veronica impegnata in altra attività ma restando comunque in costante contatto con lei) conduco il laboratorio con mia figlia Bianca che è diventata una mia preziosa collaboratrice, e con l’insostituibile ausilio di mio marito che ha scoperto proprio con Leggiamo un libro a mamma e papà una bella passione per la fotografia. Siamo quindi diventati una famiglia girovaga e curiosa alla ricerca di altre famiglie aperte e allegre con le quali giocare ‘ai libri e al teatro’. Ci incontriamo tutti i sabato pomeriggio nella scuola di inglese per bambini Helen Doron alternativamente nella sede di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. L’intenzione è concretizzare una stupenda frase che Rita Valentino Merletti ha scritto nel suo libro Leggere ad alta voce: ‘l’intimità, la complicità che si crea tra un adulto e un bambino che leggono insieme ha buone probabilità di durare tutta la vita’. Noi ci proviamo non dimenticando che veniamo dal teatro”.

Le attività della tua associazione culturale Actor?
“I soci fondatori della Actor sono Veronica Barelli, brava ed elegante attrice con importanti collaborazioni alle spalle, Roberto Palumbo eccellente mago e conduttore di interessanti corsi di Programmazione Neuro Linguistica (PNL) ed io. Siamo persone completamente diverse, che vengono da percorsi tutt’altro che simili (anche se Veronica ed io siamo entrambe toscane, le nostre esperienze sono molto differenti) ed è questa la nostra particolarità. Abbiamo in comune la curiosità, il dinamismo, la voglia di ideare e proporre eventi di vario genere. Ci occupiamo dal 2008 di manifestazioni culturali di ogni tipo. Ci piace cambiare aria, non lavorare solo nelle Marche, ma anche in Abruzzo, in Umbria e ovviamente in Toscana. La nostra associazione è poliedrica e aperta. Prova ne è l’ultima nata, la rassegna di risto – teatro “Metti il teatro a cena”. Dal 2012 questa rassegna di teatro, che definirei underground, ha richiamato un folto pubblico anche da fuori città regalandoci soddisfazioni e la voglia di continuare a fare ciò che amiamo di più”.

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