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“Serve un cambio radicale – scrive Coldiretti in una nota – nella gestione della fauna selvatica in provincia di Ascoli Piceno. Gli agricoltori sono stremati dall’eccessiva presenza del cinghiale che distrugge semine e raccolti, buttando letteralmente per aria il loro lavoro. Ma nell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) di Ascoli Piceno, ente preposto alla gestione faunistico-venatoria e soggetto che dovrebbe garantire una efficace attività di contenimento dei cinghiale in modo da consentire agli agricoltori di poter esercitare il proprio mestiere, continuano a prevalere interessi di bottega e atteggiamenti divisivi”.

Le ragioni a monte della decisione di uscire dall’Atc sono chiarite da Stefano Mazzoni e Francesco Goffredo, rispetivamente presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo.

Coldiretti fuori dal Comitato di gestione dell’ATC Ascoli

“Nonostante il singolare andamento dell’assemblea di fine mandato – si legge nel comunicato diffuso alla stampa – dove il malcontento si è palesato nella discussione sul bilancio consuntivo, con metà degli aventi diritto al voto astenuti e contrari, che è stato approvato, vista la mala parata, con la diretta partecipazione al voto degli amministratori, generando l’incredulità di molti fra i presenti che hanno richiamato invano l’articolo 21 del codice civile, non c’è stato alcun tentativo di aprire un confronto, magari con un tavolo di lavoro fra tutte le Organizzazioni socie, per costruire un programma serio e condiviso. Nell’attesa che Regione Marche operi a brevissimo la tanto attesa riforma degli ATC”.

“È stata convocata, invece, l’assemblea elettiva – prosegue la nota – nella quale, tra l’altro, sono scomparse le organizzazioni ambientaliste. Chi perché ha gettato la spugna, chi perché è stata arbitrariamente esclusa sul presupposto di non aver ottemperato all’indicazione dei nominativi dei delegati entro un fantomatico termine perentorio di cui, tuttavia, non v’è traccia nello Statuto. Il tutto a beneficio di un’unica organizzazione protezionistica che, in maniera altrettanto arbitraria, è stata invitata a designare la totalità dei rappresentanti del mondo ambientalista”.

L’esasperazione degli agricoltori

“L’esasperazione dei nostri agricoltori – precisano Mazzoni e Goffredo – per i danni causati da una fauna selvatica fuori controllo, da tempo oramai diventato un problema di ordine e sicurezza pubblica, è già sotto la lente di ingrandimento del Prefetto Copponi. A lui abbiamo chiesto un tavolo di lavoro, che sarà convocato nelle prossime settimane, per individuare tutte le strategie possibili da mettere in campo. Per ristabilire un equilibrio sostenibile. Ma se alcune iniziative debbono essere prese da Regione Marche, tante altre sono onere dell’ATC che non può continuare ad agire come se la braccata  fosse l’unico metodo efficace per il contenimento della popolazione degli ungulati, palesando i propri interessi di bottega. Braccata tra l’altro censurata fra le tecniche di controllo del cinghiale con una recente e assurda sentenza del Tar delle Marche.

Tutte le strategie consentite debbono essere incentivate, dalla braccata alla girata, dall’autotutela del fondo agricolo alle gabbie di cattura. Dal selecontrollo in aree urbane, periurbane e nei parchi naturali. Fino ad arrivare al coinvolgimento dell’esercito. Il tutto, finchè non verrà ristabilito un equilibrio sostenibile tra la presenza della fauna selvatica e quella dell’agricoltore”.

Coldiretti Ascoli Fermo: e conclusioni

“Alla luce di questa grave situazione – concludono Presidente e Direttore nella nota – nell’assemblea di rinnovo cariche dell’ATC di Ascoli Piceno non candideremo nessuno dei nostri delegati. E chiederemo nuovamente alla Regione Marche di accelerare la riforma dell’ente. Questo affinchè ci siano i presupposti per tornare a dare il nostro contributo nella sua governance. Nel frattempo la nostra attenzione sull’operato dell’ATC di Ascoli Piceno rimarrà ai massimi livelli”.

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