Il 16 novembre segna per Offida l’avvio di un dialogo internazionale unico: quello con Bobowa, cittadina polacca nei pressi di Cracovia, anch’essa custode della tradizione del merletto a tombolo. Le due realtà, legate da una storia di artigianato femminile e memoria culturale, si incontrano al Museo del Merletto di Offida, dando vita alla prima tappa del progetto “Merletto dell’amicizia”.
Il Merletto dell’amicizia, un filo che unisce due città europee
Come spiega Barbara Foglio, tra le promotrici insieme a Justyna Skiba e Anna Tylutka, l’idea nasce da lontano:
“Sono diversi anni che pensiamo a come realizzare questo scambio con la Polonia. Cercavamo una realtà affine a Offida e l’abbiamo trovata a Bobowa: stessa tradizione, stessa passione, persino una fontana con la figura della merlettaia come simbolo identitario”.
Il progetto, vincitore di un bando del governo polacco dedicato alla cooperazione culturale in Italia, è sostenuto dagli assessorati alla Cultura e al Turismo di Offida.
Dimostrazioni dal vivo e laboratorio per bambini
Durante l’evento, le merlettaie di Bobowa presenteranno le proprie opere e realizzeranno una dimostrazione dal vivo insieme alle artigiane offidane. Alle 17:30 è previsto anche un laboratorio per bambini, segno della volontà di trasmettere l’arte del merletto alle nuove generazioni.
“Il merletto non è un manufatto da tenere in vetrina: racconta storie, emozioni, intrecci di vita ed emancipazione femminile – afferma l’assessora alla Cultura Marica Cataldi –. Le merlettaie tessono non solo fili, ma legami”.
Un patrimonio che genera sviluppo
L’assessora al Turismo Isabella Bosano sottolinea l’importanza del progetto come leva di crescita culturale ed economica:
“Il merletto non è solo un prodotto da mostrare, ma un’esperienza da condividere, un linguaggio comune che diventa volano di promozione territoriale”.
Il presidente dell’associazione Il Merletto di Offida, Dino Recchi, parla di entusiasmo e di nuove prospettive di collaborazione, mentre Bosano conclude:
“Il 16 novembre non si inaugura soltanto una mostra, ma un percorso. Un filo che unisce due città che parlano la stessa lingua: quella del merletto”.










