Negli ultimi mesi, il Parlamento italiano ha compiuto un passo importante con la legge sull’obesità, che riconosce questa condizione come malattia cronica e non più come semplice conseguenza di cattive abitudini alimentari. Una svolta storica che pone finalmente l’accento su un approccio medico, psicologico e sociale integrato.
Una legge sull’obesità che cambia prospettiva
Secondo i dati più recenti, oltre un italiano su dieci è affetto da obesità, e la cifra cresce preoccupantemente tra i più giovani. Basti pensare che ben il 46% dei marchigiani nell’anno 2021 risultava sovrappeso e addirittura un 10% ha raggiunto livelli di obesità. Dati questi presupposti, la nuova normativa mira a garantire percorsi terapeutici personalizzati, la creazione di centri di riferimento regionali e una maggiore formazione per i medici di base. Non si parla più solo di estetica, ma di salute pubblica. In partenza le ore di educazione alimentare nelle scuole.
L’obesità come malattia: tra prevenzione e cura
La Giornata Mondiale dell’Obesità, celebrata ogni anno il 4 marzo, ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, evidenziando la necessità di strategie efficaci di prevenzione e trattamento. Riconoscere l’obesità come malattia significa anche poter accedere più facilmente a cure, terapie e farmaci specifici.
Tra questi spiccano i nuovi trattamenti farmacologici a base di tirzepatide e semaglutide (nota commercialmente come Ozempic), nati inizialmente per il diabete ma oggi al centro della ricerca per il controllo del peso corporeo. La tirzepatide per l’obesità agisce stimolando i recettori dell’insulina e riducendo l’appetito, offrendo risultati promettenti nei test clinici.
Anche Mounjaro, il farmaco a base di tirzepatide, ha suscitato grande interesse: nonostante il prezzo elevato e la disponibilità limitata, rappresenta una delle novità più discusse nel trattamento dell’obesità. Gli esperti, però, sottolineano che i farmaci da soli non bastano: serve un piano complessivo che includa alimentazione equilibrata, attività fisica e supporto psicologico.
Oltre la cura: una questione culturale e sociale
Riconoscere l’obesità come malattia non significa solo introdurre una legge, ma cambiare mentalità. In Italia, come in molti Paesi europei, le persone obese affrontano ancora pregiudizi e discriminazioni che influiscono sulla qualità della vita, sull’accesso al lavoro e persino sulle relazioni sociali.
La nuova legge intende promuovere anche campagne di educazione alimentare, progetti scolastici e attività sportive accessibili, con l’obiettivo di costruire una cultura della salute più inclusiva. Perché la vera battaglia contro l’obesità non è soltanto medica, ma anche sociale e culturale.
In un momento storico in cui la pandemia influenzale ha riportato al centro la salute pubblica, la legge sull’obesità in Italia segna una tappa decisiva verso una maggiore consapevolezza collettiva. Una riforma che parla di cura, ma anche di rispetto, dignità e futuro.
 
 








 
