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Quando pensiamo al Natale immaginiamo alberi, luci e tavole imbandite. Ma basta spostarsi di qualche migliaio di chilometri per scoprire tradizioni che ribaltano completamente l’immaginario occidentale.

Dal Giappone al Nord Europa, un Natale inatteso

In Giappone, come ormai è noto, il Natale si festeggia mangiando pollo fritto KFC. Non è una leggenda urbana, ma una consuetudine nata negli anni Settanta grazie a una campagna pubblicitaria diventata fenomeno culturale. Oggi le famiglie prenotano settimane prima.

In Norvegia, invece, la tradizione vuole che la notte di Natale si nascondano le scope. Secondo il folklore, servirebbe a tenere lontani spiriti e streghe. Un gesto simbolico che affonda le radici nelle credenze popolari nordiche.

Natale caldo, Natale diverso

In Venezuela, a Caracas, alcune strade vengono chiuse al traffico la mattina di Natale per permettere ai bambini di andare in chiesa sui pattini. Una tradizione così radicata che in passato si usava dormire con un filo legato all’alluce e all’altro capo una campanella, per essere svegliati dal passaggio dei pattinatori.

In Australia il Natale cade in piena estate e spesso si festeggia in spiaggia, con barbecue e pranzi all’aperto. Babbo Natale può arrivare in costume da surf e le renne lasciano spazio ai canguri.

Riti simbolici e cibo rituale

In Catalogna spicca il celebre Caga Tió, un tronchetto decorato che “regala” doni ai bambini dopo essere stato bastonato a ritmo di filastrocca. In Repubblica Ceca, invece, le ragazze nubili lanciano una scarpa dietro la spalla per scoprire se l’anno nuovo porterà un matrimonio.

Queste tradizioni, raccontate anche dall’Encyclopaedia Britannica, mostrano come il Natale sia soprattutto uno specchio culturale.

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