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ASCOLI PICENO – Ad un mese dalla conclusione della stagione venatoria, la Lega per l’abolizione della caccia presenta il bilancio in aumento delle vittime e dei feriti a causa degli incidenti verificatisi durante le battute. In calo del 30%, invece, il numero delle persone che si avvicinano a questa attività stagionale. A preoccupare, però, è l’aumento del bracconaggio.

 

Sono sessanta i morti e centoquattro i feriti, più del doppio della stagione 2011-2012, di cui diciannove ignare persone che cercavano funghi, praticavano sport all’aperto oppure raggiunti dai pallini nelle loro abitazioni, ma anche bambini e minorenni che erano stati portati a caccia dai genitori.

 

Nelle Marche i cacciatori si sono ridotti a poco più di 25mila, concentrati soprattutto nel nord delle Marche, un netto calo negli ultimi otto anni; una diminuzione sensibile, considerato che nel 1992 erano registrati più di 46mila cacciatori. Calo probabilmente dovuto all’avanzamento dell’età dei cacciatori che vede più dell’80% sopra i cinquanta anni e quasi il 30% sopra i settanta; appena il 3% ha meno di trent’anni.

Alla luce dei dati risultano necessari per la Lega dei provvedimenti amministrativi che tolgano ai cacciatori, che rappresentano l’1% della popolazione, la gestione del territorio agro-silvi-pastorale nazionale.