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ASCOLI PICENO – Cna e Fidinpresa Marche stilano un’analisi delle aziende picene e scattano la fotografia di un territorio in stand-by. Mentre nel resto d’Italia 2 imprese su 3 prevedono per il biennio 2014-2015 un aumento degli ordini, nel Piceno solo un’impresa su 2 confida in un piccolo incremento. Un segnale positivo proviene solo dall’esportazione che segna un incremento medio del fatturato con l’estero pari al 6,5% in un anno; Asia e Stati Uniti le zone del mondo che hanno fatto registrare il maggior incremento di esportazioni del Made in Marche.

La fotografia di Cna e Fidinpresa Marche focalizza diversi settori tra cui il terziario, il manifatturiero e le costruzioni. Nel 2013 si è indebolito nel Piceno il settore cui fa capo anche il turismo; secondo un’indagine della Banca d’Italia, infatti, il fatturato delle imprese del terziario è risultato in calo per la metà delle aziende; i dati di Unioncamere, inoltre, rilevano che le camere occupate nelle strutture ricettive del Piceno sono state, in media e su base annua, il 35% del totale con un calo di oltre 5% rispetto al 2012. Nel settore manifatturiero e costruzioni si è ridotto del 4,4% il volume di fatturato annuo; oltre il 30% delle imprese ha preventivato un ulteriore calo del fatturato mentre solo l’8% prevede un incremento.

La questione lavoro registra un calo del 3,1%, rispetto al 2,2% della media nazionale. “Rilevazioni incrociate e da più fonti possono far affermare che nel Piceno il numero delle persone in cerca di occupazione è aumentato di quasi un terzo, – si legge nella relazione – mentre l’offerta di lavoro è rimasta pressoché invariata con la conseguenza che la quasi totalità della crescente domanda di lavoro, dovuta principalmente alla perdita della precedente occupazione, è rimasta inevasa”.

Nel 2013 sono state rilaciate 2.344 garanzie da parte di Fidimpresa Marche per un importo di oltre 73 milioni di euro; di questi, circa 9 milioni e mezzo sono state rilasciate solo nella provincia di Ascoli Piceno, con un incremento rispetto al 2012 di quasi un milione e mezzo di euro. “Meno investimenti per la crescita, mentre il credito è sempre più utilizzato per la sopravvivenza. – spiegano – C’è ancora troppo poco slancio anche in un settore strategico come quello del turismo e dei servizi per il territorio”.