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ANCONA – Ieri la seduta straordinaria del Consiglio di Presidenza dell’Upi Marche convocata presso la Sala Giunta del Comune di Fabriano per un incontro con le Rsu, le Oo.Ss. e l’Upi Umbria sull’emergenza occupazionale dell’azienda Indesit. Presenti, oltre ai presidenti di Ancona, Macerata, Pesaro e Urbino, Ascoli, Fermo e Perugia, il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola e il sindaco di Comunanza Domenico Annibali.

 

Proprio nell’ambito di questo incontro è stato sottoscritto il documento “Impegno per il lavoro” e il presidente Cesetti ha chiesto la convocazione di un Consiglio provinciale congiunto e aperto sulla questione. Il documento sottoscritto, in merito alla comunicazione del 4 giugno da parte della Direzione della Indesit spa di voler adottare un piano industriale che riorganizzerebbe le attività produttive riducendo in maniera massiccia la produzione italiana ridimensionando lo stabilimento di Comunanza e chiudendo quelli di Caserta e Fabriano, dichiara l’insostenibilità della manovra sia dal punto di vista industriale che sul piano sociale in quanto metterebbe in ginocchio una regione e i suoi lavoratori.

 

Per questo, le Rsu, le Oo.Ss. e i presidenti delle Province si uniscono e non condividono l’ipotesi di delocalizzazione produttiva e il ridimensionamento del piano industriale avanzato da Indesit, che proprio grazie al lavoro di tre generazioni di lavoratori ha visto crescere l’azienda nel settore dell’elettrodomestico. Con questo documento, quindi, l’impegno delle Province a sostenere ogni iniziativa di lotta promossa dalle organizzazioni sindacali con l’obiettivo di convincere il Gruppo Indesit e la famiglia Merloni a rivedere i propri progetti.

Di quale ora fa, infine, le battute dell’Ansa che diffonde la notizia di scioperi articolati per bloccare i reparti di produzione mezz’ora per mezz’ora. A Fabriano e Albacina, conclusa l’assemblea dei lavoratori, si frammenta il ciclo produttivo, mentre a Melano è ancora in corso l’assemblea e si prevedono proteste analoghe. Scioperi spontanei per far capire all’azienda che sul piano da 1.425 esuberi i lavoratori non mollano.