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ANCONA – “Le nostre radici sono in Italia, e in particolare nelle Marche, dove siamo nati 80 anni fa. Ma siamo cresciuti nel mondo, con un fatturato che negli ultimi 10 anni è addirittura triplicato”. Il presidente Paolo Merloni presenta così Ariston Thermo Group, gruppo, specializzato nel settore del comfort termico, alla vigilia dell’apertura di Expocomfort, in programma alla Fiera meneghina da oggi al 30 marzo.

EXPORT IN CIFRE – I Risultati per l’ export  del marchio Merloni, dichiara il leader del gruppo Ariston, possono senz’altro essere definiti positivi: i ricavi hanno raggiunto i 1.250 milioni di euro, l’87% dei quali ottenuto all’estero, 48% in Europa occidentale e 39% nei Paesi Rdc, da “Rapid Development Countries”, Cina e India in primis, con un incremento del 5,7% rispetto al 2010; in crescita anche l’Ebitda rettificato, +11,3%, a quota 118 milioni di euro, mentre l’utile netto ha raggiunto i 45 milioni e l’Ebit ha toccato gli 80 milioni (+25%).

PAOLO MERLONI – “Il gruppo è presente attualmente con 19 siti produttivi in 10 Paesi diversi; in Italia gli stabilimenti sono sette, di cui cinque nelle Marche, mentre i dipendenti totali sono 6.700. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno toccato nel 2011 i 55 milioni di euro, quasi il 5% del fatturato, con un notevole incremento rispetto ai 45 milioni del 2010. Per il futuro – ha detto Merloni – stiamo lavorando su tre direzioni strategiche principali: l’efficienza energetica e l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili, un vero mantra per la nostra azienda; la crescita globale su tutti i mercati dove siamo presenti, anche quelli più maturi come l’Europa occidentale, e l’investimento sul team manageriale e imprenditoriale . Quindi non solo puntare sui Paesi Rdc, ma anche sul nostro continente – Merloni ha qui fatto un esempio – Il 30% dei consumi energetici complessivi europei sono assorbiti da esigenze di comfort termico. Se nel nostro continente, ipoteticamente, si riuscisse a sostituire tutto il parco installato in questo settore, si arriverebbe a consumare il 35% in meno di energia: l’equivalente della produzione di 260 centrali termoelettriche, o di 85 milioni di auto”.