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ASCOLI PICENO – La nuova legge di riforma delle aree protette non escluda gli agricoltori dalla gestione dei parchi, questo e’ l’appello lanciato dalla Coldiretti Marche, in merito alla discussione presentata dalla Giunta regionale, con riferimento alla questione  della  governance sui parchi naturali regionali, ormai da settimane al centro di confronti e polemiche,e  che ne  ritardano l’iter in Consiglio.

 

LA POLEMICA – L’attuale formulazione legislativa però, ed ecco il punto della questione,  lascerebbe fuori dal consiglio di amministrazione del parco la componente agricola, con la soppressione del Consiglio direttivo. Una scelta che non terrebbe conto dunque,  del ruolo dell’agricoltura all’interno delle aree protette, sia per assicurare una costante manutenzione del territorio, indispensabile per evitare problemi di dissesto idrogeologico, sia per sostenerne lo sviluppo.

IL PIANO PARCO – Lo strumento adatto per la gestione delle aree protette, secondo Coldiretti, resta il Piano per il parco dove andranno individuate le misure relative non solo alla tutela dell’ambiente, ma anche tutte quelle azioni che ne favoriranno lo sviluppo economico conciliando l’esigenza di protezione della natura con quella di garantire l’esercizio di attività economiche diversificate: agricoltura, turismo, artigianato ed attività ricreative. Il tutto attraverso attività progettuali finanziabili con fondi comunitari e nazionali per le quali è necessario che il personale dipendente dell’ente parco abbia professionalità adeguate. Ma nella nuova legge, ammonisce sempre la Coldiretti,dovrà anche essere inserito il problema dei danni da fauna selvatica, assicurandone il contenimento ma anche adeguate procedure di risarcimento.