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CIVITANOVA MARCHE – Ritirato immediatamente lo spot della Fornarina censurato a causa di una protesta islamica trasmessa dalla tv araba El Arabiya: “Sono immagini offensive e provocheranno reazioni di rabbia e di condanna sul terreno “, ha commentato ai microfoni della tv islamica, l’attivista islamico Abdul al Ghani Ballut. Per la Fornarina, solidali i commenti della rete che, al contrario, ritengono il video “artistico” e non offensivo. Non è stato così però per gli animatori della protesta che hanno considerato inopportune le riprese dello spot all’interno della scuola coranica. 

TUTTI I PERMESSI IN REGOLA – Nello spot una modella, ripresa all’interno di una storica scuola religiosa a Marrakech, posa e si muove nell’atrio interno della Madrassa, alle sue spalle, pareti con bassorilievi e incisioni di versi del Corano, tutto qui dunque, ed infatti le autorizzazioni erano state placidamente concesse alla Fornarina, dallo stesso governo marocchino, non ravvisando nell’attività dell’azienda, alcuna offesa. La vicenda è rimbalzata sugli schermi della tv satellitare saudita Al Arabiya, e l’emittente ha dedicato ampio spazio al caso, intervistato marocchini in patria e anche alcuni di quelli che vivono in Italia, tutti molto arrabbiati e generosi di dichiarazioni di condanna, la polemica ormai era accesa.

EQUIVOCO CULTURALE – L’ufficio relazioni esterne dell’azienda ha espresso «profondo dolore» (come riportato da un quotidiano arabo), negando qualsiasi intenzione di offesa al popolo marocchino o alla religione islamica. Solidarietà per la vicenda anche da Luigi Iannucci, direttore di Confindustria Moda Macerata: “Uno spiacevole equivoco. Esprimo sincera vicinanza all’azienda civitanovese — ha detto — che ha operato in maniera corretta, richiedendo tutti i permessi necessari e quindi agendo nel pieno diritto del proprio ruolo. Fornarina è uno dei marchi che per primi hanno saputo utilizzare la comunicazione come leva commerciale, diventando tra le imprese più esperte ed attente. Credo che sia da elogiare anche la sensibilità dei vertici aziendali che hanno ritirato lo spot pur avendo le carte in regola con il governo marocchino”.