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ASCOLI PICENO – “No agli aumenti dell’Imu o quantomeno, se aumenti devono esserci, non devono essere in maniera indifferenziata e lineare, col rischio di mettere in ginocchio imprese e famiglie”. La Confartigianato di Ascoli e Fermo lancia questo appello a tutti i sindaci del territorio attraverso una dettagliata lettera a firma del presidente, Moreno Bruni, e del segretario generale Guido Tarli.

LA LETTERA DI CONFARTIGIANATO – “E’ crescente e preoccupata  – scrivono i vertici di Confartigianato – l’attesa degli operatori economici e delle famiglie per quelle che saranno le scelte di bilancio che le amministrazioni comunali stanno compiendo per la predisposizione del bilancio di previsione 2012. Se è vero che ognuno deve fare la propria parte, è altrettanto vero che avvertiamo forte preoccupazione per i prelievi che si stanno ipotizzando attraverso l’applicazione dell’Imu, per l’ammontare e le disparità che si profilano. Già i blocchi di pagamento della pubblica amministrazione, a motivo del patto di stabilità, si sono riversati in maniera dannosa e lesiva sulle imprese ed il patto di stabilità ha di fatto bloccato l’economia. Tenuto conto che la manovra ha attratto alla base imponibile fabbricati in precedenza esentati e che c’è un aumento della base imponibile stessa, invitiamo a non applicare aumenti Imu o quantomeno a non farlo in maniera indifferenziata e lineare. Invitiamo ad utilizzare il tempo ancora a disposizione – propone la Confartigianato – per personalizzare le quote Imu studiando la riduzione dell’impatto sulle imprese, sui lavoratori in mobilità, sui disoccupati e le persone sole ed anziane e valutando anche le ricadute sui nuclei familiari. Servono decisioni – aggiungono i vertici dell’associazione di categoria – che si traducano in politiche di incentivo, con riduzione della tassazione, per gli immobili detenuti da imprese del territorio, che rappresentano l’ossatura della tenuta economica e sociale della comunità. Decisioni che mirino ad attivare un censimento delle imprese operanti nel settore dell’edilizia prestando attenzione all’invenduto, ad esempio da oltre due anni, e attivare una politica di tassazione adeguata, e che magari ponderino la misura di tassazione tra immobili il cui gettito non è oggetto di  ‘ritrasferimento’ erariale e quelli con gettito per quota trasferito. Contenimento dei costi e miglioramento delle performance – concludono Bruni e Tarli – possono contribuire alla salvaguardia del bilancio complessivo del sistema pubblico. I minori trasferimenti ai Comuni non vanno compensati con tasse e aumenti tariffari che aggraveranno la disoccupazione. La Confartigianato è disponibile a confrontarsi per una migliore interazione con le amministrazioni comunali”.