Articolo
Testo articolo principale

ASCOLI PICENO – Continuano a piovere critiche nei confronti degli amministratori del Piceno da parte del Partito Democratico. E’ la volta di Valentina Bellini, vice presidente del consiglio comunale e componente dell’assemblea regionale Pd Marche. Nell’occhio del ciclone l’elezione del presidente della conferenza dei sindaci per l’Area Vasta.

GUIDA POLITICA PROVINCIALISTICA –Ecco alcuni stralci della nota. “L’elezione a maggioranza del presidente della conferenza dei Sindaci per l’Area Vasta 5 è l’ennesimo esempio dell’inadeguatezza profonda della vecchia classe politica del territorio rispetto ai problemi profondi e per certi versi del tutto nuovi in cui la Provincia intera versa. Non ne sentiva il bisogno nessuno, ma tant’è. La perdita della presidenza per il capoluogo è un fatto che addolora chi, come me, è convinta che la forza di un territorio piccolo come la nostra provincia passa attraverso l’autorevolezza e la forza propositiva del suo centro più importante, per ruolo e per storia: Ascoli; la nostra città paga il prezzo altissimo di almeno 20 anni di guida politica provincialistica, dagli orizzonti limitatissimi, che ha fatto dell’isolamento e dell’autoreferenzialità il metodo migliore per sopravvivere, per mantenere potere e controllo: il centro destra in Ascoli non ha mai cercato il confronto con le altre realtà, non ha mai rivendicato con idee e degne competenze il ruolo che spettava alla città”.

CASTELLI E CELANI – ” L’arroccarsi fintamente fiero nella propria specificità è stato perseguito con metodo per nascondere inadeguatezza e limiti culturali e amministrativi. E per mantenere più solidamente il comando sulla città. In questo Castelli è del tutto simile al suo maestro e predecessore Celani; la sua amministrazione, tanto tronfia nell’immagine quanto inconsistente nei fatti utili davvero alla città, è lì in tutta la sua pochezza, che anche in questa occasione non si è smentita; la città perde ogni giorno un po’ di terreno, dal punto di vista economico, demografico, politico”.

BRACCIO DI FERRO – “Anche in questa occasione si è preferito giocare a braccio di ferro, a chi “comanda”, puntando sulle maggioranze numeriche per dimostrare chi è più forte; si è preferito imbastire ormai da settimane una insipiente gara Ascoli-San Benedetto, degna dei più biechi campanilismi sportivi per una Presidenza, una poltrona; senza la capacità di trovare soluzioni condivise, che dessero il senso di un territorio compatto, in grado di ricostruire un tessuto sociale che è in difficoltà non solo in Ascoli”.

OSCURO MEDIOEVO – “La storia delle ultime elezioni provinciali e comunali ascolane è ancora tragicamente attuale. Oggi, però, le cose sono cambiate; i cittadini sono molto più attenti alle motivazioni di alcune scelte, perché stanno pagando sulla propria pelle il prezzo dell’arroganza di chi –a destra e a sinistra- ha avuto come scopo principale il comando sul territorio e per niente la sua crescita. Come in tante altre realtà del nostro paese l’inadeguatezza della vecchia classe dirigente (dei suoi metodi, del suo linguaggio, oltre che delle persone) è la prima causa della deriva del territorio; o saremo in grado di far tornare finalmente a casa tutti i signorotti locali, incapaci di leggere il presente e sempre più chiusi nei loro piccolissimi feudi, o tutti noi saremo destinati a rimanere (ad Ascoli come a San Benedetto, in vallata come ai monti) dentro un oscuro medioevo”.