Articolo
Testo articolo principale

ASCOLI PICENO – “Usciremo dalla crisi?” e’ stato il tema del convegno Udc di Ascoli, al quale Amedeo Ciccanti, capogruppo Udc nella commissione bilancio della Camera, ha cercato di dare una risposta ragionata nel dibattito confronto organizzato sabato scorso e aperto alla cittadinanza. Con gli interventi di Manes e Viscione, segretari comunale e provinciale e le molte domande poste dai cittadini presenti, preoccupati di ciò che sta accadendo, sono state chiarite molte questioni  vissute giornalmente con preoccupazione, dalle famiglie italiane. Sono stati affrontati anche i risvolti della crisi sul territorio piceno, al quale l’Udc dedicherà altri appuntamenti con temi specifici.

AMEDEO CICCANTI“Dalla crisi usciremo, ma non so dirvi quando, se l’Italia saprà mantenere il clima di fiducia degli investitori finanziari stranieri acquisito da Monti e se domani i Greci sapranno scegliere la linea della governabilità’ invece che quella della protesta”, ha detto Ciccanti con sano realismo. “Posso affermare – ha concluso – che per i prossimi 10 anni la strada e’ tutta in salita per chiunque vincerà’ le elezioni. Da oggi al 2032 dovranno essere trasferiti 1.000 miliardi dalle ‘tasche dello Stato’ alle ‘tasche dei cittadini’ che dovranno anche lavorare di più e meglio. La concorrenza internazionale non ci fa sconti”.

FATTORI DI CRISI – La crisi dei debiti privati che dagli Usa, nel 2008, si sono trasferiti in Europa, trasformandosi in debito pubblico sovrano a causa dei salvataggi delle banche; i ritardi strutturali del nostro sistema produttivo dovuto alla scarsa patrimonializzazione delle aziende e il nanismo delle aziende italiane, troppo dipendenti dalle banche; la crisi di liquidità delle banche italiane che alla fine del 2011 stava diventando anche insolvibilita’; la bassa produttività del settore manifatturiero e della totalità dei fattori del sistema Italia; l’alto costo dell’energia superiore, del 25% a quello di altre nazioni concorrenti; l’alta pressione fiscale e il cuneo fiscale che riduce investimenti e consumo delle famiglie; i ritardi della modernizzazione infrastrutturale; l’export che perde quote di mercato estero; l’alto debito pubblico di 2.000 miliardi; il ruolo della Bce che non riesce a diventare prestatore di ultima istanza alla pari delle altre banche centrali di paesi ad economia matura ed emergente; la debolezza politica dell’Unione europea che non riesce a maturare verso la formula degli Stati uniti d’Europa, sono stati tutti temi esaminati dal parlamentare Udc con cifre e commenti che hanno intrattenuto con interesse ed attenzione, per alcune ore, il numeroso pubblico presente.