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ASCOLI PICENO – Evitare facili trionfalismi. E’ il monito di Armando Falcioni, presidente del Consiglio provinciale di Ascoli Piceno, che in una lettera aperta inviata ai giornali, torna sulla questione del riordino delle Province. “Questa riforma ha previsto delle vittime eccellenti ed una sorta di cannibalismo amministrativo con il quale dovremo convivere”.

LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE – “Esponenti del piceno hanno candidamente affermato che qualora fosse materialmente possibile e se la provincia di Ancona fosse disposta a cedere territori, se una logica di quattro province riemergesse in un dibattito regionale, nessuno alzerebbe barricate. E questa apertura stride se si pensa che , ai tempi della divisione della provincia, pochi si strapparono le vesti, in ambito marchigiano,  perchè questo non avvenisse ed Ascoli, lasciata sola contro tutti, non patisse una mutilazione dolorosissima (visto chei qualcuno ha  ricordato di presunte difficoltà di bilancio ) nonostante questa fosse vista, dai più, solo come poco opportuno utilizzo di soldi pubblici.

ASCOLI CAPOLUOGO – Ascoli, dopo lo scippo di mezza provincia, altre ingiustizie come l’Università di Agraria, la carenza di strade e di investimenti come la Salaria e l’Ascoli- Teramo, era in evidente credito. Se tutto sarà confermato per Ascoli si tratta di una grande opportunità e prova di maturità. Intanto deve essere lungimirante e liberarsi di atavici  atteggiamenti di chiusura che, purtroppo, l’hanno caratterizzata. Deve essere una sede vera, illuminata, policentrica, esaltare le eccellenze delle altre realtà prima non picene, stemperando una chiara disomogeneità, saldare un patto di ferro con San Benedetto e  che guardi in grande, che abbia la capacità di essere punto di riferimento di un territorio più vasto che esula dai confini amministrativi regionali. In fondo  Matelica da Ascoli è a 160 Km,  Ancarano (TE) da Ascoli  è a 9 Km. Questo è un dato di fatto con cui convivere ed una vera sede amministrativa dovrà saperlo interpretare. Nel rispetto degli altri territori limitrofi che hanno avuto la dignità di provincia per 150 anni e che potrebbero non esserlo più, certamente non per colpa della politica ascolana.