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FERMO – Il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti ribatte al segretario regionale del PD, Palmiro Ucchielli, sul prossimo riordino delle province. “Il conto alla rovescia è cominciato – dichiarava ieri Ucchielli, senza nascondere l’auspicio a un ritorno alla vecchia topografia istituzionale della Regione Marche. “Una speranza – ha risposto Cesetti – destinata a rimanere tale sulla base delle vigenti disposizioni legislative, un auspicio, inoltre, del tutto ingiustificato perché accredita l’idea che la nascita della Provincia di Fermo sia stata un errore. La Provincia di Fermo ha conseguito a distanza di soli tre anni la piena e totale autonomia tanto da garantire alla popolazione di riferimento, anche in momenti drammatici, tutti i servizi di competenza pur in presenza di consistenti tagli dei Governi che si sono succeduti in questi anni”.

QUALCHE DATO DELLA PROVINCIA – Fermo “costa” meno del 43% della vecchia Provincia madre in quanto ha un esecutivo con metà degli assessori con indennità al minimo; in 3 anni ha ridotto i dirigenti da 11 a 6 ed opera con 240 dipendenti, anziché con i 305 che le sarebbero spettati in base alle percentuali di ripartizione. “E’ questa anche la dimostrazione che l’Istituzione Provincia, se si vuole, può costituire un esempio virtuoso di governo del territorio con ricadute positive sul tessuto socio-economico-produttivo dello stesso, tanto che gli indicatori della Provincia di Fermo, in controtendenza sui dati nazionali e regionali, per l’anno 2011 sul 2010 dimostrano una crescita dei volumi di export del 21,8%, così come l’andamento delle imprese manifatturiere ha fatto registrare i seguenti incrementi: fatturato + 1,2%, ordinativi + 1,2%, produzione + 1,7%, fatturato estero + 1,8%”.

LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE – Il Presidente della Provincia di Fermo è passato poi ad attaccare frontalmente lo stesso decreto-legge sulla spending review mettendone in dubbio la legittimità costituzionale; non sarebbe per niente ovvio che le province, citate in Costituzione al pari delle regioni e dei comuni quali organi territoriali dello Stato, possano essere soppresse o accorpate con decreto-legge. Sul punto dovrà pronunciarsi a breve la Corte Costituzionale in sede di approvazione del decreto-legge in oggetto, e proprio per questo motivo, secondo Cesetti, sarebbe sconveniente agire sulla base del decreto senza attendere la pronuncia della corte in ordine alla sua legittimità costituzionale: “Sarebbe importante che il Segretario Ucchielli – con la sua autorevolezza politica, unanimemente riconosciuta e comprovata anche dagli importanti incarichi istituzionali ricoperti, tra i quali quello di Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e dell’Upi Marche – si spenda affinché il Presidente della Giunta Regionale delle Marche promuova la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione dell’illegittimità costituzionale delle recenti disposizioni sul riordino delle Province. E’ questo l’unico modo per ribadire che le Province, quali articolazioni della Repubblica al pari dei Comuni, delle Regioni e dello Stato, non possono essere spazzate via a Costituzione vigente con un decreto legge, né tantomeno con un semplice atto amministrativo. Uno strappo simile alla Costituzione rappresenta un grave vulnus alla democrazia, disarticola l’architettura istituzionale del Paese e determinerà il caos nei territori. E con l’occasione ribadisco che – per le ragioni già spiegate in una mia intervista del 19 agosto scorso – sarà necessaria un’attenta riflessione circa la opportunità o meno di procedere alla formulazione dell’ipotesi di riordino in attesa della decisione della stessa Corte Costituzionale, che si dovrà già pronunciare il 6 novembre prossimo”.

LA MAXI PROVINCIA – Il comunicato di Cesetti, probabilmente in risposta all’ipotesi del Segretario Ucchielli su una possibile maxi-provincia con tre città co-capoluogo (sull’esempio della provincia di Pesaro-Urbino), si chiude con una dichiarazione che non mancherà di provocare puntuali reazioni da parte delle giunte provinciali di Ascoli e Macerata: “E se la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimi i provvedimenti legislativi che ci interessano, ci sarà da costruire una nuova Provincia con un nuovo nome che dovrà nascere dalle ceneri delle attuali tre Province. Un Ente che non avrà, però, alcun peso, i cui organismi non saranno eletti dai cittadini, con competenze limitate e risorse nulle e nel costruire questo “Ente di secondo grado” – e su questo concordo con Ucchielli – dovremo dimostrare di avere a cuore l’interesse dei cittadini anche nella scelta del capoluogo. Su questo punto non potrà sfuggire a nessuno, e sono certo che non sfuggirà neanche ad Ucchielli, che la città di Fermo – in grado, tra l’altro, di ospitare tutti gli Uffici periferici dello Stato – può mettere a disposizione la sua oggettiva baricentricità non soltanto geografica, ma anche socio-economica”. (Lorenzo Marziali)