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ASCOLI PICENO – Per chi avesse ancora dei dubbi in merito al riordino delle province, può consultare il sito del Ministero della Funzione Pubblica e trovare gli opportuni chiarimenti in un documento pdf che risponde alle domande su questioni di dubbia interpretazione, che lasciano spazio a risposte multiple.

QUALE CAPOLUOGO? – Uno dei punti su cui c’è più disaccordo tra le istituzioni e le parti politiche è la scelta del capoluogo della nuova maxi-provincia; ebbene, alla domanda “in esito al riordino, quale comune assume il ruolo di capoluogo delle Province coinvolte?”, si dà la seguente risposta: “Il comune capoluogo è determinato da un accordo tra i comuni già capoluogo di ciascuna Provincia oggetto di riordino. In mancanza di tale accordo diviene Comune capoluogo il comune, tra quelli già capoluogo di Provincia, che abbia la maggior popolazione residente”. A questo punto se ne deduce che Ascoli Piceno ha tutto il diritto di diventare capoluogo di Provincia essendo la città più popolosa, ma la scelta potrebbe essere osteggiata tramite un accordo tra Fermo e Macerata, se si seguisse la regola che vince la proposta sostenuta dalla maggioranza dei capoluoghi coinvolti, “i comuni già capoluogo di ciascuna Provincia oggetto di riordino” a cui si fa riferimento sopra. Sorge però un’altra questione: a quale organo si fa riferimento quando si citano “i comuni capoluogo”? Tutto farebbe pensare ai consigli comunali, ma la partita è ancora in gioco se si considera che il decreto dovrà passare al vaglio del Parlamento in cui saranno decisive le logiche delle alleanze territoriali e partitiche.