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ANCONA – Mondo del vino in rivolta contro e-bacchus, il sistema elettronico imposto dall’Unione Europea che si sta rivelando un’inutile complicazione burocratica per le aziende. A denunciarlo è la Coldiretti Marche dopo che dal 1° gennaio scorso è entrato in vigore l’obbligo per i produttori di integrare tutti i documenti di trasporto, per ogni tipo di vendita, sia allo stato sfuso che confezionato, con il codice della denominazione del nuovo registro europeo, denominato e-Bacchus. In pratica, l’idea della Commissione Europea è di trasformare le “bolle” in una sorta di attestati di autenticità della denominazione stessa.

GLI IMPRENDITORI IN RIVOLTA – “Peccato che in Italia esista già un consolidato sistema di certificazione e controllo per i vini a indicazione geografica, che esclude la necessità di ulteriori controlli attraverso i documenti di accompagnamento – sottolinea Tommaso Di Sante, imprenditore vitivinicolo fanese e presidente di Coldiretti Pesaro Urbino -. Con il sistema e-Bacchus arriva così l’ennesima sovrapposizione di norme che non serve al consumatore e danneggia le aziende, soprattutto quelle piccole, che non hanno il personale per far fronte ai tanti adempimenti. Insomma, la carte aumentano, i costi di produzione aumentano, ma il reddito rimane al palo”.

TROPPA BUROCRAZIA –  Basti pensare che, secondo un’analisi Coldiretti, dalla produzione di uva fino all’imbottigliamento e vendita le imprese devono assolvere a oltre 70 attività burocratiche e relazionarsi con ben 20 diversi soggetti. Ma il peso della burocrazia è anche nella impressionante quantità di norme di settore. Più di 1.000, contenute in circa 4.000 pagine di direttive, regolamenti, comunicazioni, note e decisioni del Consiglio e della Commissione europea, leggi, decreti, provvedimenti, note, circolari e delibere nazionali e regionali. Coldiretti si è immediatamente attivata presso il Ministero delle Politiche agricole e l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari al fine di individuare i tempi necessari ad adeguare la normativa ed eliminare la sovrapposizione di norme inutili e complicazioni dannose, attraverso un esonero dall’adempimento per i vini a Do/Ig confezionati prodotti in Italia.