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Mal d’aria nelle Marche; dopo la presentazione del dossier Mal’aria di città 2013 redatto da Legambiente, l’inquinamento atmosferico fa riflettere sulle condizioni ambientali della Regione, confermando il mancato miglioramento nel corso degli anni. “Dalla Regione, alle province e i comuni, il problema dell’inquinamento da polveri sottili non è stato affrontato con sufficiente determinazione“, commentano il presidente di Legambiente Marche Luigino Quarchioni e Leonello Negozi dalla segreteria regionale dell’associazione.

L’INQUINAMENTO – Molte le centraline che nel 2012 hanno registrato il superamento del limite di sforamento consentito dalla legge; Ancona, Falconara Marittima, Fano e Jesi nel girone dell’inquinamento oltre limite, mentre ancor più preoccupante è la disattivazioni delle centraline di Civitanova Marche, Porto Sant’Elpidio, Pesaro e Macerata, posizionate in zone di rilevanza. “Le Marche soffrono ancora di mal d’aria nonostante la procedura d’infrazione già avviata dalla Comunità Europea nei confronti dell’Italia e che riguarda anche la nostra Regione – continuano da Legambiente – Questo è confermato dallo scarso impegno ad attuare l’accordo di programma 2012/201 per ridurre il rischio di superamento dei valori limite delle concentrazioni in arie delle polveri sottili e degli assidi di azoto”. Dalla relazione stilata risultano dei 43 comuni firmatari rispetto ai 61 delle zona denominata A, solo 7 hanno applicato interventi nel territorio, dall’ordinanza sul traffico a quella sul riscaldamento, fino a quella per le attività produttive. Salvo, quindi, il sud delle Marche che sembra ben rispondere alle normative da applicare per contenere l’inquinamento atmosferico.

 

IL TRASPORTO CHE NON INQUINA – Dai risultati di Pendolaria non confortano i dati di investimento per il trasporto ferroviario pendolare che, se ottimizzato, potrebbe ridurre i picchi in tema di inquinamento. Stanziato nel 2012 dalla Regione Marche, infatti, lo 0,09% del bilancio regionale, ancor meno dello 0,13% del 2011. “Solo un deciso cambio di rotta può invertire questa tendenza”, concludono Quarchioni e Negozi. La metropolitana di superficie come nel caso di Ascoli Piceno, il trasporto pubblico locale, le piste ciclabili, che stanno crescendo in Riviera, e gli incentivi per i mezzi elettrici rappresentano l’unico modo per far fronte all’inquinamento e rendere le città marchigiane moderne e vivibili.