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ASCOLI PICENO – Il commento del post voto che ha visto il Pd vincere alla Camera, ma non stravincere e addirittura rischiare la governabilità al Senato, lascia l’amaro in bocca. E se i big stanno ancora smaltendo la delusione in attesa magari di indicazioni romane, sono due giovani del partito a prendere la parola. Da parte loro considerazioni amare sull’esito delle politiche. Un j’accuse per sé stesso e per tutta la compagine proviene dal sindaco di Offida, il giovane Valerio Lucciarini che senza troppi giri di parole esordisce con un “abbiamo sbagliato“.

“Il Pd e l’alleanza di centrosinistra ha sbagliato. Dire di aver vinto sarebbe un torto al ragionamento e al sentimento di tanti italiani che, invece, ci hanno dato un segnale chiaro e inequivocabile. Abbiamo sbagliato a non comprendere che Matteo Renzi avrebbe interpretato con aderenza e concretezza quella voglia travolgente di cambiamento. Abbiamo sbagliato a pensare che le primarie potessero rappresentare il sentimento comune; che rispecchiassero davvero la strada più credibile e quella più rappresentativa. La Politica è la gente. Facile sarebbe ributtare tutto sull’incredulità di un Paese disorientato e labile; troppo facile poter dire “non hanno capito”. Siamo noi a non aver ben compreso quale era il passo in avanti da dover fare; noi a non comprendere che lo scatto nuovo doveva essere deciso, determinato e fiero, senza voltarci indietro. A Offida il Pd ha certamente retto; è l’unico comune della provincia di Ascoli Piceno sopra i 5.000 abitanti ad assicurare il primato del Partito Democratico. La destra tracolla, senza se e senza ma. C’è però un dato da non sottovalutare: il Movimento 5 stelle si attesta come seconda forza politica. Sicuramente privo di rappresentanze locali che lo hanno interpretato ma, anche questa volta, abbiamo e dobbiamo assumere la consapevolezza di quanto questa Città sappia respirare nel profondo l’umore della gente. La maturità politica si legge anche da questi dati; dichiarare il contrario significherebbe continuare sulla strada dell’autosufficienza tutta nostra, tutta interna, tutta reverenziale.”

Amarezza e consapevolezza anche nelle parole di Francesco Ameli dei Giovani Democratici. “Difficile riorganizzare le idee dopo tante speranze riservate in queste elezioni. Pur avendo la maggioranza dei voti e dei parlamentari alla camera e la maggioranza relativa al senato non possiamo e non posso ritenermi soddisfatto del risultato di questa tornata elettorale. Il quadro che si prospetta non è dei migliori. Ovviamente le aperture fatte al Pd da parte dell’imbonitore Berlusconi non vengono prese in considerazione. Di certo ritengo utile e necessario un dialogo con il Movimento e con la lista Monti. Saremo a disposizione per essere utili all’Italia su punti essenziali: riforma delle istituzioni, costi della politica e partiti, moralità pubblica, difesa dei ceti deboli e lavoro. Poi si tornerà inevitabilmente al voto, e li avremo il vero banco di sfida. Negli ultimi 15 giorni (giorni in cui si decide il voto) invece di essere aggressivi (non solo Bersani!!) siamo diventati fumosi senza alcuna chiarezza se non quella finale di voler battere Berlusconi. Siamo incappati nell’errore della sinistra degli ultimi 10 anni, per la gioia di SB. Il più grande rammarico deriva dal fatto che non siamo riusciti a spiegare in maniera adeguata e concreta le nostre proposte. Proposte serie, progressiste, di sinistra. I circoli non bastano, la mobilitazione territoriale neanche. Nei megafoni mediatici come rete e televisione non abbiamo dato abbastanza. Forse se ci fosse stato Renzi avremmo vinto? Sinceramente non lo so. Di certo ora le speranze della rinascita passano anche e soprattutto attraverso una persona come Matteo Renzi. E lo dice uno che ha sostenuto fortemente Bersani alle primarie. Sul risultato cittadino, il dato del Senato dove ci confermiamo primo partito cittadino è incoraggiante. La presenza di una candidata al Senato ha fatto la differenza. Il nostro compito ora è riallacciarci con i giovani e lo potremo fare solo con la chiarezza e l’umiltà ricordandoci due cose che contraddistinguono la sinistra. Che dobbiamo guardare il mondo con gli occhi dei più deboli e che alla meta ci arriviamo cantando o non ci arriva nessuno”.