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polo-tecnolgicoASCOLI PICENO – Almeno trenta incontri, tre sessioni plenarie e un nome: Hub21 e a breve anche un sito Internet. Da qui potrebbe partire il rilancio del Piceno, dal Polo tecnologico scientifico e culturale di Ascoli che potrebbe vedere l’avvio effettivo entro pochi mesi e che dovrà trovare ospitalità all’interno dell’area Carbon, in quanto parte del progetto di riqualificazione urbana Ascoli 21. Oggi alla Facoltà di Architettura sono stati presentati i risultati del tavolo di lavoro Innovation Desk, con l’annuncio delle prime adesioni concrete e con il lancio del nome del progetto. Hub21 che prenderà la forma giuridica di società di capitali è un progetto cantierabile e in grado di esser avviato in pochi mesi proprio perché il Polo potrà fruire degli spazi e delle soluzioni all’interno dell‘area Carbon.

 

Attraverso poi un protocollo d’intesa tra Regione Marche e Provincia di Ascoli si partirà a breve con un progetto di accelerazione d’impresa che consentirà di selezionare e supportare start up innovative. Altro passo nella direzione della concretezza viene da Restart che ha annunciato un investimento di 3 milioni nel progetto stesso.

 

I complimenti del sindaco Guido Castelli e del presidente della provincia Piero Celani sono stati seguiti da parole di soddisfazione del presidente della Fondazione Carisap, Vincenzo Marini Marini: “Quando abbiamo cominciato a parlare di Polo Tecnologico non avevamo idea che di lì a poco potesse dispiegarsi tale crisi. All’epoca facemmo un discorso di metodo che prevedeva la concertazione tra tutti glia attori del territorio, un metodo volto ad esaltare il cittadino rispetto al suddito. Riconosco il duro lavoro che si cela dietro queste slide e pertanto ringrazio tutti coloro che per questo si sono spesi”. Dal rettore dell’Unicam, Flavio Corradini parole di totale supporto: “Dall’università massimo appoggio a queste iniziative”. Tre i filoni tematici su cui puntare:  automazione industriale, design, green economy. Una ghiotta occasione di rilancio e di sviluppo occupazionale per il Piceno, con un unico punto interrogativo: dove trovare il milione e mezzo di euro che occorre per l’infrastrutturazione dell’area?