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In questo periodo, la crisi economica fa sì che non tutte e tutti possiamo permetterci di aggiornare il cambio degli armadi con capi all’ultima moda e tutti spesso ricicliamo abiti degli anni passati. Non meraviglia quindi che anche nel giudicare il vestiario e gli accostamenti delle persone nei loro outfit quotidiani, cerchiamo di essere più morbidi e meno caustici. Ognuno si veste come può. Ma a volte il malvestitismo non è dovuto alla crisi economica ma all’anima tamarra e trash che emerge in modo delirante come un bubbone pestilenziale.

Italia, paese di Santi Sarti e Trash FAN!

Il trash è di tanti tipi. Un amante del trash è Renzo Arbore, che colleziona suppellettili, gadget, e capi di vestiario super trash. Il suo amore per il pacchiano e cafone però, non è dozzinale e caciarone, ma è accostato in maniera tale da diventare arte. Ne sono espressione i suoi programmi degli anni 80 dove tra navi di cartapesta, ragazze coccodè e abiti da pirata color Carta da Zucchero, si consumava lo spettacolo del benessere dello sperpero senza fine e dei termosifoni accesi anche in cantina. Altra icona trash Italiana è senza dubbio Raffaella Carrà. Caschetto biondo, abiti con frange e balze fuxia, canzoni ricche di doppi sensi, è la stella del trash che non solo ha scalzato i Beatles nelle classifiche di vendita in Grecia nel suo periodo top, ma è sopravvissuto evolvendosi in Icona Gay per ricomparire tutta inguainata di pelle e latex in versione fetish Trash.

Oltre l’Atlantico

L’ America è un pese di Prima Categoria su tutto ed è il Paese dove il trash ha il suo più grande sviluppo e bacino di utenza. Oltre l’oceano abbiamo la culla del trash più spinto. E questo tripudio di follia estro e pacchianeria ha il culmine nel ghetto o meglio nelle ragazze del ghetto. Prevalentemente afroamericane, (ma ci sono anche le asiatiche e nord americane), prevalentemente in carne e proud of it, le ghetto girls stupiscono (o inorridiscono) il mondo con i loro deliri trash modaioli: frullando spremendo dissacrando quello che nelle passerelle è arte e per strada diventa sfoggio eccessivo. Unghie lunghissime e leopardate anche sui piedi, trucco eccessivo, marche usate per segnare la pelle con tatuaggi di lusso, monogrammi usati come inserti su abiti da sposa e fisicità ostentate in pose pseudo sexy che spesso più che ammirazione strappano sorrisi. Ma le ragazza del ghetto se ne fregano e allora vai con le sopracciglia tatuate come una nota marca di scarpe e capelli variopinti e pieni di treccine come se piovesse.

Una moda allucinante? Vi ha inorridite? Beh allora non siete abbastanza open mind dal momento che la regina delle riviste di moda Franca Sozzani ha celebrato le ghetto girls con un numero di vogue trash sull ghetto. Ovviamente riveduto e corretto, un po’ più glam ma sempre di trash si tratta.

Se non siete ancora svenuti davanti a tutto questo, allora potete cominciare a giudicare meno le persone che non hanno intonato cappotto e borsa, e chissà domani comincerete a sfoggiare anche voi la catena con la croce d’oro e le unghie zebrate!