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ASCOLI PICENO – “Il sindaco Castelli ha avuto una reazione esagerata nei confronti dell’assessore regionale Canzian, a seguito della seduta del Consiglio Comunale in cui la maggioranza di destra ha approvato il progetto della Restart sulla Carbon”. E’ la reazione di Luciano Agostini in merito al consiglio comunale ascolano. “La gran parte dell’opposizione, infatti, tra cui il PD, non ha votato a favore dell’intervento ritenendolo troppo impattante ma soprattutto perché il progetto ha smarrito gli obiettivi iniziali: lavoro e sviluppo, occupazione e salute dei cittadini. Da 2004 in poi in tutti i protocolli d’intesa il cuore e la parte imprescindibile dell’intervento erano sempre rappresentati dal polo tecnologico, ritenuto il volano per la ripresa dello sviluppo economico territoriale; questo il PD ha sempre con forza e coerentemente sostenuto così come ha ricordato, in modo puntuale, l’assessore Canzian”.

 

“Non vorrei che, in occasione dell’incontro con le lavoratrici della Haemonetics, alle quali va la mia solidarietà e la mia disponibilità ad intraprendere con loro qualunque iniziativa presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il sindaco Castelli abbia promesso fantomatici posti di lavoro alla Carbon anche a loro. L’ulteriore richiamo minaccioso sui finanziamenti fatto da Castelli all’assessore Canzian mi sembra più il tentativo di mettere le mani avanti di chi già sa che la parte pubblica dell’intervento Carbon non si realizzerà mai. Ricordo al Sindaco il fallimento dei finanziamenti (Progetto Città) da lui sbandierati come sicuri in virtù del suo ruolo all’ANCI e gestiti come sempre in solitaria. Castelli sapeva benissimo che quei soldi non sarebbero mai stati stanziati per un progetto come quello della Carbon, che assomiglia più ad una speculazione edilizia che ad un intervento finalizzato all’interesse pubblico ed al bene comune.

 

Mi lascia invece perplesso il voto favorevole di chi dice di anteporre gli interessi del lavoro e di 40 imprese ascolane al resto. Mi piacerebbe sapere quanti, dove, in che modo e in quali tempi tra gli ex lavoratori Carbon verranno riassorbiti; rispetto invece alle 40 imprese ascolane basta guardare la composizione della compagine societaria per capire che chi detiene la stragrande maggioranza della Restart è una sola ditta accompagnata da un improprio investimento della Fondazione Carisap. Rimane infine a me incomprensibile la dichiarazione di Castelli in cui asserisce che per diminuire le volumetrie private (su un’area inquinata privata) si devono trovare finanziamenti pubblici. In altri tempi una simile affermazione si sarebbe definita in altro modo”.