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L’AQUILA – Bisognerà aspettare fino a lunedì prossimo, 30 settembre, ovvero la terza udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello per sapere se ci sarà la sentenza o un nuovo approfondimento sulle prove a carico dell’imputato, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di sua moglie. L’udienza di oggi è terminata intorno alle 17,45, il caporal maggiore è uscito dalla porta secondaria del Tribunale dell’Aquila coperto dai carabinieri con le porte del cellulare aperte e attaccate al portone. E’ partito, scortato dalla polizia penitenziaria, per Teramo, dove è recluso nel carcere di Castrogno. Venerdì parola alla difesa. Nel frattempo il procuratore generale, Romolo Como, ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Salvatore Parolisi davanti ai giudici togati Catelli e Servino.

 

Per il procuratore regge l’impianto accusatorio che ha portato alla condanna al carcere a vita dell’ex caporalmaggiore, anche se le motivazioni scritte nel giudizio di primo grado restano carenti. Dal canto suo la difesa ha annunciato che presenterà istanze preliminari e richieste di inserimento di nuove perizie. “Esiste un contrasto su prove decisive tra i Ris e i giudici, uno dice che ci sono impronte dei piedi uno dice che ci sono impronte di mani. Chiediamo se sono piedi di chi sono, se sono mani di chi sono”, ha detto l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali di Salvatore Parolisi, al termine della prima udienza del processo d’Appello. Sull’udienza di stamani Gentile ha sottolineato “che confidiamo nell’equilibrio della Corte”, aggiungendo che “la richiesta di conferma dell’ergastolo non ci impressiona”. Sulle condizioni del caporalmaggiore Gentile ha spiegato che Parolisi “ha sulle spalle un ergastolo e una richiesta di conferma della pena. È un uomo in difficoltà, ma ancora vuole combattere”.

“La partita processuale sulle aggravanti è molto importante – ha dichiarato invece il legale della famiglia Rea, Mauro Gionni – se non vengono confermate le aggravanti non si può applicare la sentenza all’ergastolo. Le istanze di approfondimento delle indagini presentate dai legali di Parolisi sono state già oggetto di discussione in primo grado e comunque le nuove prove non possono essere chieste dalle parti, dipende solo dalle decisioni dell’ufficio. Non esiste infatti un potere delle parti, può esserci solo una sollecitazione sulla rinnovazione delle prove”.