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ASCOLI PICENO – Chiamato in causa giusto ieri dalla Restart, Luciano Agostini – e il Comitato Area Carbon – non si attarda a rispondere alle accuse. “Da una parte Restart, in grave difficoltà di consenso, fa la voce grossa e chiede ai cittadini di trovare soluzioni, dall’altra parte restano in assordante silenzio le istituzioni competenti (Comune e Provincia) che hanno accettato il baratto scellerato della bonifica contro una variante di 350mila mc, senza neppure tentare di imporre a Sgl Carbon che “Chi inquina paga”, come stabilisce la legge”.

Alla provocazione della società proprietaria dell’area, allora, l’onorevole dà i suoi suggerimenti. “Innanzitutto si deve applicare il Codice dell’Ambiente e costringere Sgl Carbon a bonificare o comunque a garantire il recupero dei costi, anche con sequestro dei beni. Bisogna riportare ogni decisione sull’Area Carbon dentro il nuovo piano regolatore generale, da aprire a serie e vere consultazioni pubbliche, e non da svilire a contenitore di varianti scollegate dal resto del territorio, dalle vere necessità dei cittadini e da un serio progetto per una rinascita economica duratura. Ascoli non è la nave Concordia da svendere a pezzi, è il nostro futuro. E bisogna smetterla con la bufala che la variante a beneficio di Restart sarebbe già inclusa nel Piano Regolatore, soltanto perchè l’ha redatta in conflitto di interessi chi, secondo la legge, doveva occuparsi soltanto del nuovo PRG e dell’interesse dell’intera collettività. Inoltre, si deve accedere ai Fondi europei FESR 2014-2020 (compresi quelli eventualmente destinati alle bonifiche) per progettare una pianificazione di altissimo profilo”.