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ASCOLI PICENO – Termina ad Ascoli la visita di Gianni Cuperlo nelle Marche. Dopo aver fatto tappa a Fermo nella giornata di ieri oggi è stata la volta di San Benedetto, in mattinata, e poi del capoluogo Piceno. Nel mezzo dei due appuntamenti, il candidato alla presidenza del Pd si è fermato presso la Fainplast, dove ha colloquiato con i dirigenti. Ed è proprio l’azienda di Faraotti a essere presa come modello da Cuperlo, come esempio di capacità a saper affrontare la crisi, investendo con tenacia sull’innovazione e sulla qualità, assumendo ingegneri e chimici preparati. Stesse competenze specifiche che abbondano nel Piceno secondo l’aspirante segretario, ma che come nel caso della Roland, talvolta devono subire le scelte delle case madri che de localizzano, facendo perdere oltre che i posti di lavoro, anche i saperi e i brevetti che vengono portati all’estero anch’essi.

“Dopo aver militato da sempre nel partito, ho deciso di candidarmi adesso alla segreteria perché ora mi sento maturo – spiega Cuperlo ai numerosi accorsi a sentirlo – in questo momento c’è bisogno di un Pd che ritorni a far pensare alla gente dopo 20 anni oscuri. Bisogna ritrovare la capacità di saper parlare al paese, ma anche di saper ascoltare i cittadini, riuscendo a comprendere al meglio le radici della crisi e ad individuare chi ne sono stati i responsabili. Il partito deve essere vicino a tutte quelle famiglie in difficoltà, ma anche esser capaci a guardare a cosa c’è di nuovo e cosa possa essere il meglio per il futuro. Ho sempre fatto politica per passione, il Pd è come una grande comunità, chi si candida a guidarlo deve sapere che dovrà essere un impegno a tempo pieno, non un secondo lavoro”.

Altro tema toccato dal politico triestino è stato quello fiscale. A chi gli chiedeva se fosse arrivato il momento per una patrimoniale, Cuperlo si è detto favorevole prendendo ad esempio Bill De Blasio, il democratico neo sindaco di New York, che ha fatto una campagna elettorale parlando di spesa pubblica, finanziata da aumento tasse per i più ambienti. Anche l’Imu non andava abolita per i grandi redditi per il candidato, lamentandosi anche per il fatto che l’Italia abbia la più alta tassazione sul lavoro, e la più bassa per le rendite finanziarie che va portata intorno al 25% in linea con gli altri paesi europei, in un’ottica di ridistribuire in maniera equa le imposte.