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ASCOLI PICENO – Sette mesi. Tanto è durato il silenzio di Davide Aliberti. Un periodo nel quale tante volte il suo nome è risuonato tirato in ballo da tutti gli schieramenti. Ora è tornato a parlare e come data ne ha scelta una particolare, 21 dicembre giorno del solstizio d’inverno, perché come dice lui “con l’augurio che si passi dalle tenebre al sole”. Se il giorno scelto per indire la conferenza è emblematico, i motivi sono chiarissimi: ufficializzare la sua candidatura a sindaco a capo della lista civica Ascoli x Ascoli nelle prossime elezioni comunali in primavera.

E lo fa togliendosi molti sassolini dalla scarpa, attaccando con durezza tutta l’amministrazione comunale pur rimanendo cauto anche nei confronti del Pd e dichiarando che non parteciperà ad eventuali primarie di coalizione perché queste possono essere facilmente manipolabili.

“Al primo posto in questo percorso- esordisce Aliberti – c’è la questione morale. Ascoli è scesa sotto i 50.000 abitanti venendo declassata con il centro che si svuota, scesa anche la qualità della vita, 8.000 disoccupati con il 47% dei giovani che non ha lavoro. Il primo cittadino dice che non ha responsabilità ma è suo il compito di avviare uno sviluppo di una città che ha tante grandi risorse”.

Durissimo su Castelli mostrando un sostanzioso faldone: “Sono stato cacciato perché ritenuto troppo autonomo, non c’erano motivi politici altrimenti sarebbe avvenuto un rimpasto invece il sindaco ha tenuto tutte le deleghe. Se non avessi agito come assessore in quel modo il Sole 24 Ore non avrebbe messo Ascoli al terzo posto per le attività culturali e non ci sarebbero stati tanti grandi eventi in città, anche se purtroppo molti altri sono sfumati visto che sono stato accantonato. Ho avuto la revoca il 14 maggio, il 12 avevo deciso di lasciare la delega al contenzioso. I motivi della mia scelta erano che ero tenuto all’oscuro di tre situazioni gravissime. Non voglio fare nomi ma si tratta di due membri della giunta che hanno debiti per centinaia di migliaia di Euro, quindi per me non è ammissibile che chi non è capace di gestire il proprio patrimonio possa gestire quello pubblico. Il terzo membro è ancora più grave perché qui si rientra nel penale. Speravo con il mio gesto che il sindaco riflettesse e si dimettesse, ma ora che sa non dice nulla e quindi si dovrebbe dimettere doppiamente”.

“Nel nostro programma al primo posto c’è il lavoro – continua l’ex assessore –. La Carbon dovrebbe essere al centro del Piano Regolatore che attendiamo da 42 anni. L’ospedale è ridotto a un poliambulatorio. Proponiamo di rilanciare l’agricoltura e rivitalizzare le frazioni, ma soprattutto lotteremo contro le lobby di potere, ormai lavorano sempre gli stessi e prossimamente terremo delle conferenze specifiche dove, con tanto di lavagna, mostreremo questi circoli viziosi di potere, che a volte sono veri e propri affari di famiglia”.

Dichiarandosi “uomo di parola e non di parole, e talvolta una vocale può cambiare Ascoli”, Aliberti ha stilato un decalogo di impegni allegato al programma di candidato: niente indennità per il sindaco, assessori ridotti a 6 con indennità dimezzate, dismissione auto blu e annientamento privilegi come biglietti gratis, riduzione di viaggi amministrativi e delle spese dell’apparato burocratico ed infine l’abbattimento degli incentivi alla macrostruttura. Altro punto che ha voluto specificare poi è che la sua è una vera lista civica, non come quelle civette fatti da altri con “Castelli che ora fa il civico ma è nei partiti fin da ragazzo. Poi se pensiamo che per le due legislazioni in Regione percepisce la pensione allora mi chiedo chi sia più politico di lui?”. Quanto al discorso su un eventuale ballottaggio non esclude la possibilità di appoggiare uno schieramento, ma ci si dovrà confrontare secondo l’ex assessore sulle persone che devono avere la effettiva voglia di cambiare questa città.