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Succedono cose strane di questi tempi. Per esempio che cittadini animati dal desiderio di essere informati su come procedono i lavori delle commissioni consiliari vengano invitati ad abbandonare la sala durante lo svolgimento degli stessi. E’ quanto è accaduto a Grottammare. Durante una riunione di Commissione, infatti, il capogruppo di “Solidarietà e Partecipazione” (non è uno scherzo: la sua formazione politica si chiama proprio così…) ha chiesto che Gian Filippo Straccia e Alessandra Manigrasso si allontanassero dalla sala.

Ma lasciamo che siano i diretti interessati a raccontare e commentare i fatti. Pubblichiamo la nota diffusa da Straccia (Comunità in Movimento) e Manigrasso (Gruppo M5S).

Grottammare: involuzione antidemocratica o cantonata del capogruppo?

“Martedì scorso – si legge nella nota – abbiamo partecipato ai lavori delle commissioni consiliari comunali e da subito siamo stati invitati ad abbandonare la sala consiliare. (Cosa che non abbiamo fatto, forti delle nostre ragioni).

L’art.76 comma 1 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni e Gruppi Consiliari consente infatti ai cittadini di assistere ai lavori delle commissioni. Senza diritto di parola e voto.

La discrezione del presidente della commissione è normata dall’art. 76 comma 3: le sedute sono segrete quando vengono trattate questioni relative a persone. Le sedute possono svolgersi in forma segreta su decisione della commissione, quando l’interesse dell’Ente lo richieda.

Comunque dal lontano 2001 MAI è stata ravvisata da parte di presidenti di commissione la necessità di tenerle a porte chiuse.

Perché oggi, nell’aprile del 2024, il capogruppo di Solidarietà e Partecipazione ci esterna questa volontà??? È una sua personale volontà??? È una involuzione del suo gruppo consiliare???

Il regolamento in vigore è chiaro e non necessita di interpretazioni!

Se l’attuale maggioranza amministrativa riterrà più opportuno svolgere le prossime Commissioni Consiliari nel chiuso del ‘palazzo’ è una scelta che possono operare. Però modificando il regolamento in vigore.

Certo, in un momento in cui i cittadini fuggono dalla politica, e con una partecipazione al voto ormai a livelli di guardia, l’eventuale decisione di non consentire al pubblico di parteciparvi risulterà oltre che impopolare anche preoccupante.

È doveroso aggiungere che a Grottammare nessuno assiste più ai Consigli Comunali.

E le assemblee del mese della partecipazione sono uno stanco rituale.

Di fronte a questi avvenimenti invece di individuare nuovi ed aggiornati metodi per cercare il dialogo, il confronto e stabilire una reale partecipazione si vorrebbe interpretare in senso restrittivo il regolamento. Un regolamento allora innovativo ed oggi attuale più che mai.

Ci corre l’obbligo, infine, di invitare i cittadini a partecipare sia ai consigli comunali che alle commissioni consiliari”.

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