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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un ammanco da un milione di euro per le casse comunali e la modifica dell’aliquota Imu per l’abitazione principale e relative pertinenze da 0,40% a 0,60% per tentare di confluire il rimorso dello Stato e colmare il segno meno; un’operazione che su scenario nazionale vale mezzo miliardo di euro. Sull’argomento, dopo le argomentazioni del consiglio comunale, torna il consigliere del Movimento Cinque Stelle Riego Gambini. “Sono state fatte affermazioni non corrette nei riguardi dei cittadini che possono non avere delle conoscenze specifiche in materia; io ho chiesto a questa Amministrazione le conseguenze di questa manovra, ma nessuno ha risposto chiaramente. Con quali soldi lo Stato avrebbe rimborsato i più di duemila comuni? I cittadini sono bastonati da tutti i balzelli che i comuni e lo Stato riversano a scapito dello nostre tasche””.

 

Con il verbale del Consiglio comunale in mano, il consigliere 5 Stelle constata un ulteriore aggravio, ancora difficile da quantificare, per i portafogli dei cittadini. Un epilogo economico che per nulla corrisponde agli annunci fatti dalla politica centrale in vista delle elezioni nazionali e che trova ora percorsi diversi sfociati con l’aumento dell’Iva e dell’Imu.

 

La seduta del Consiglio comunale di questa mattina, venerdì 29 novembre, non ha raggiunto il numero legale; pertanto durante la seconda convocazione (prevista per sabato 20 novembre alle ore 9.30) si affronterà il nodo dolente aggiunto all’ordine del giorno con oggetto “Ricognizione e Salvaguardia degli Equilibri di Bilancio 2013 – Modifica aliquote Imu – Assestamento generale e variazione del Bilancio 2013 e del Bilancio Pluriennale 2013/2015 – Modifica ed integrazione del piano investimenti 2013”. Un adempimento previsto dalla legge da svolgere entro il 30 novembre che però deve tener conto dei problemi connessi all’entità dei rimborsi che lo Sato deve riconoscere ai Comuni a compensazione dei mancati introiti del’Imu sulla prima casa, come noto abrogata; sul quale Gambini, però, spera di ottenere risposte chiare per una migliore comunicazione con i cittadini. 

L’abolizione dell’Imu, infatti, rischia di rivelarsi una vera e propria beffa per i cittadini di quei Comuni che hanno aumentato l’aliquota dell’imposta sul mattone; il decreto prevederebbe che nei Comuni che speravano nell’aumento dei rimborsi dello Stato, toccherà ai cittadini pagare la differenza; per San Benedetto quel due per mille corrisponderebbe a circa il 33%.