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ASCOLI PICENO – Il Comitato Provinciale Anpi di Ascoli torna sulla questione Antonini e affonda: “siamo esterrefatti per la leggerezza con la quale si vorrebbe sdoganare il vergognoso comportamento dell’assessore Provinciale alla Cultura indegno rappresentante di una Provincia decorata con Medaglia d’Oro per attività Partigiana”. E davanti alla difesa social di Antonini che scrive così: “Domenica allo stadio, come molti, ho indossato una delle tante sciarpe che da 40 anni identifica l’appartenenza alla curva”, l’Anpi Ascoli ribatte: “L’assessore ha identificato la tifoseria ascolana come tifoseria nazifascista che usa normalmente
simboli nazifascisti, facendolo da 40 anni e infischiandosene di quanto stabilito e sancito dalla Legge Mancino all’articolo 2 secondo cui ‘chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi’ come sopra definiti ‘è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da’. Inoltre lo stesso articolo vieta la propaganda fascista e nazista negli stadi, disponendo che ‘è vietato l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli’ di cui sopra”. 

E ancora L’Anpi ricorda anche la sentenza della Cassazione secondo la quale “commette reato chiunque indossi una maglietta con l’immagine del Duce o altri simboli richiamanti il regime fascista se si trova nel corso di una manifestazione sportiva. Ma purtroppo non finisce neanche qui. Il nostro Assessore, con il suo comportamento inguaia, proprio nella giornata dell’Orgoglio bianconero, anche la nostra amata Ascoli Calcio che niente dovrebbe a che fare con espressioni politiche di qualsiasi genere: il Giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha inflitto un’ammenda di 11.500,00 euro alla Lazio dopo l’esposizione della croce celtica avvenuta nel corso di Lazio-Livorno. La stessa Uefa dà battaglia su due fronti: il fair play finanziario e il razzismo. Sono previste sanzioni durissime: dalle porte
chiuse alla sconfitta a tavolino”.

E così si ribadisce la richiesta di dimissioni dell’assessore: “Se ciò non dovesse avvenire, sfilate dai vostri Gonfaloni quelle Medaglie che non volete difendere
e che non meritano di essere oltraggiate dal vostro comportamento. Vorrà dire che voi vi terrete il vostro Assessore e noi ci riprenderemo il nostro 25 Aprile, il nostro 3 Ottobre e il nostro 18 Giugno: ci riprenderemo San Marco”.