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ASCOLI PICENO – Era prevedibile. Primarie del Partito Democratico fissate al 9 marzo – a due mesi dalle comunali – a più di trenta giorni dal termine per la consegna delle candidature (1° febbraio) in vista del congresso regionale, nessuna risposta sulla questione “grande coalizione di centrosinistra” e poca chiarezza sui candidati. E allora, dopo aver “quasi implorato” a fine dicembre i democratici di aprirsi alle altre liste per mandare a casa Castelli, l’Alveare getta la spugna e non ci sta e dichiara il game over. “Alle nostre sollecitazioni invece che risposte sul piano politico – ha detto il coordinatore Roberto Paoletti – dai massimi dirigenti del partito sono arrivate solo critiche di indebite ingerenze nella vita del PD. E invece? Primarie forse di partito, forse di coalizione a seconda del numero degli aspiranti sindaci. Il solito problema del PD ascolano: la mancanza di chiarezza e trasparenza derivante dalle molteplici tensioni interne e compromessi da trovare sugli equilibri di potere delle varie correnti“.

 

“La misura è colma – ha aggiunto Marco Regnicoli – L’assemblea della nostra lista riunitasi tre volte in una settimana ha deciso di interrompere in maniera definitiva ogni rapporto, la nostra dignità non è in vendita, ognuno andrà incontro al proprio destino politico”. E ora, assicurano le api, si ricomincia da zero con una sola certezza: continuare a fare politica nella città. Riserva su un’eventuale corsa da solisti – forse improbabile – o possibili allenze d’intenti dell’ultim’ora. Insomma, l’Alveare è sul mercato: “il progetto politico continua, ma non sappiamo ancora con quali strmenti”. Staremo a vedere.