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ASCOLI PICENO – Si scaldano i motori in vista delle primarie di coalizione del centrosinistra in programma domenica 9 marzo. Tre i candidati in corsa: Valentina Bellini consigliere comunale del Pd, Rita Forlini di Sel e Giancarlo Luciani Castiglia dell’area renziana del Partito Democratico. A pochi giorni dalle votazioni il comitato ha organizzato un dibattito pubblico dove sono intervenuti gli aspiranti candidati sindaci, che oltre a esporre il loro programma hanno risposto alle domande poste dai cittadini intervenuti. Grande il clima fair play con tutti e tre che hanno sottolineato come fondamentale sarà il remare tutti dalla stessa parte da lunedì prossimo, a prescindere di chi vincerà. Due le parole che hanno accompagnato tutti gli interventi, futuro e collettività. In entrambi i casi espressioni usate per contestare la politica non solo dell’ultima amministrazione Castelli, ma anche delle due precedenti di Celani, ovvero la mancanza di un minimo di progetto a lunga scadenza per lo sviluppo della città e la totale mancanza di coinvolgimento da parte degli ascolani sui grandi temi come la Carbon o l’urbanistica

La prima a prendere parola è stata Valentina Bellini: “Sono sempre stata a favore delle primarie, uno degli elementi di distinzione con il centrodestra che considera gli ascolani più sudditi che cittadini. Abbiamo in mente una idea di Ascoli che potrebbe essere tra venti anni, non fare decine di milioni di euro di mutui e non spendere neanche un euro per un’opera che potrebbe avere dei benefici futuri ma solo per far fare bella figura agli amministratori. Valorizzare il turismo e la cultura sarà fondamentale, ma non può essere la panacea di ogni male. La Carbon può essere il cuore dello sviluppo futuro solo con il coinvolgimento della cittadinanza. Lì si gioca la grande partita per decidere cosa può diventare Ascoli”.

“Da troppi anni chi governa questa città ha fatto un esercizio di comando creando figli buoni e figli cattivi – esordisce Rita Forlini – io mi sono sentita esclusa perché chi gestisce ha tenuto a distanza il prototipo del cittadino che non ringrazia e non fa riverenza al potere. Questa è un’occasione per cambiare, per dare una svolta a questa città per far si che nessuno debba dire grazie per qualcosa che gli è dovuto, questa è la vecchia politica. Ascoli ha tante potenzialità per rigenerarsi, parlando con la gente ho sentito tante ottime proposte e il compito della nuova Amministrazione sarà quella di creare un ponte tra competenze e risorse. Con questa gestione personalistica di alimentare solo il proprio feudo manca una idea di progetto di città che dovrebbe essere traino del Piceno ma non lo è, fondamentale sarà mettere assieme cultura e ambiente per rigenerare economia e ricreare un po’ di entusiasmo”.

Il terzo a prendere la parola è stato Giancarlo Luciani Castiglia: “Alla base del mio programma c’è la trasparenza, trasmettendo i consigli comunali in streaming, creando un portale Open Data e poi chiarezza nei conti pubblici. Il turismo sicuramente non potrà riassorbire tutti gli esuberi creati con le chiusure delle fabbriche, ma può dare un grande impulso all’economia cittadina. Ascoli non ha niente da invidiare alle altre città, ma nonostante i numeri sventolati facciamo la metà dei turisti di Macerata, un terzo rispetto ad Arezzo e addirittura un decimo di Siena. Per far crescere la città io propongo la figura di un city manager, una professionalità specifica con idee che può far crescere Ascoli. Ma questo da solo non basta, ho in mente un sistema di crowdfunding dove privati finanziano idee di sviluppo, ma anche fondi di garanzia e co-garanzia che in altre cittadine ha funzionato con il Comune che si fa garante con le banche di una parte del credito dato per costituire start-up”.