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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sulla sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del Popolo delle Libertà sulla convocazione del Consiglio Comunale del 30 novembre sono aperti due scenari: quello tecnico e quello politico; il primo è strettamente legato al vizio di forma che troverà esito nelle sedi preposte, mentre il secondo vede protagoniste le forze politiche di maggioranza e opposizione. Se da un lato i consiglieri di opposizione, quelli firmatari del ricorso, sono stati categorici e hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino, dall’altro la maggioranza prende una posizione univoca e sostiene con forza la delibera di ricognizione e salvaguardia degli equilibri di bilancio 2013.

Questa Amministrazione ha presentato e votato la delibera entro il 30 novembre, vale a dire entro il termine di legge. Non vi è stata alcuna inerzia e/o inadempienza. Questo è l’unico dato politico rilevante. – dichiarano congiuntamente in una nota i capigruppo di maggioranza – Il Tar pone l’accento sui tempi di convocazione del Consiglio non certo sul merito e sul contenuto della delibera. La maggioranza e l’Amministrazione hanno fatto in pieno il proprio dovere e non hanno nulla da rimproverarsi. Prendiamo atto, altresì, dell’incapacità della minoranza di fare opposizione politica, di rappresentare in Consiglio un’alternativa credibile all’attuale Governo della Città. – proseguono nella nota condivisa – Presentare ricorsi, esposti, dossier è il segno di una grande debolezza politica che si cerca di colmare con l’intervento della Magistratura. Tale atteggiamento esclusivamente finalizzato a far cadere l’Amministrazione Gaspari non tiene conto degli interessi della Città e dei cittadini, ma solo degli interessi di parte. Chiedere il Commissariamento, lo scioglimento del Consiglio Comunale per un’ora di anticipo della convocazione non è fare il bene della Città ma solo lotta di potere“.

È proprio questo l’errore che si contesta a chi ha convocato il Consiglio Comunale per il 30 novembre. L’assise era stata convocata con meno di ventiquattr’ore di anticipo, differentemente da quanto scritto nel regolamento per il funzionamento del Consiglio. Ebbene, dal punto di vista tecnico la situazione è in mano agli avvocati e il Comune sambenedettese chiede la sospensiva urgente al Consiglio di Stato, formalizzata giovedì prossimo; se sarà ritenuto opportuno procedere inaudita altera parte, ovvero senza udire l’altra parte, il pronunciamento sarà immediato altrimenti sarà necessario aspettare i giorni successivi. In programma un incontro al Ministero per valutare ogni aspetto della situazione.

L’annullamento degli equilibri di bilancio relativi al 2013 blocca di fatto la programmazione del bilancio di previsione 2014, lasciando un punto di domanda sulla pianificazione amministrativa. Unica cosa chiara, invece, è che la mini-Imu non si tocca. L’aumento dell’aliquota Imu, infatti, era stato votato e approvato nella seduta del 19 novembre, mentre il 30 novembre era stato formalizzato l’assestamento del bilancio con le entrate della mini-Imu.