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ASCOLI PICENO – “Il campo fondamentale di azione della Fondazione oggi è quello tributario e non più quello sociale“. Sintetizza così la presentazione del DPP, il documento programmatico previsionale della Fondazione Carisap, il presidente Vincenzo Marini Marini. “Siamo contenti di contribuire al risanamento del Paese, ammesso che serva a questo obiettivo. Noi ci siamo posti il problema: cerchiamo di scaricare anche sui nostri costi, ma abbiamo cinque dipendenti, tutti i nostri organi costano tutti insieme meno di un parlamentare. Non sono costi comprimibili”.

IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO PREVISIONALE La fondazione deve approvare entro il 31 ottobre di ogni anno il documento programmatico previsionale, che contiene in dettaglio l’azione programmatica dell’anno successivo. “Noi teniamo molto a due aspetti – continua Marini Marini -. Innanzitutto che il documento sia dettagliato e soprattutto che la visione sia pluriennale. Le indicazioni precise sono già contenute nel piano pluriennale, ciò significa che questo documento contiene esattamente quanto già previsto. Questo però si differenzia sul budget. Nel corso del 2013 e del 2014 abbiamo posto in essere delle importanti operazioni finanziarie che ci consentono oggi di tracciare un quadro molto più preciso della situazione.

COME LA FONDAZIONE PRODUCE E UTILIZZA IL SUO REDDITO – Gli introiti della fondazione sono stimati di sei milioni di euro. D’altra parte la legge di stabilità prevede un carico tributario aggiuntivo sulla fondazione di un milione e 150mila euro, che aggiungendosi a quanto già previsto farà toccare quota 2 milioni e mezzo.  “Si tratta – riprende il presidente della Fondazione – di risorse tolte al sociale e trasferite al sistema pubblico”.

LA PRESSIONE TRIBUTARIA SULLA FONDAZIONE – “Quello che mi preoccupa di più – aggiunge Marini Marini – è che questo Paese ha intrapreso una direzione opposta rispetto agli altri Stati europei, che cercano di agevolare realtà come la nostra perché facciamo quello a cui il welfare non riesce più a provvedere. A livello nazionale il carico tributario sulle fondazioni nel 2011 era pari a cento milioni di euro, nel 2013 è oltre i trecento milioni di euro. Il vero problema è che ci si sta muovendo per togliere risorse alla comunità per portarle al sistema politico. Attualmente la fondazione è comparata ai grandi investitori che fanno speculazioni in borsa. Il punto di vista però dovrebbe essere focalizzato su come si spende il reddito e non su come si produce. È il messaggio ideologico che è sbagliato, soprattutto in un momento di grave difficoltà in cui cerchiamo di sopperire al welfare pubblico”.

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