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Com’è il rapporto tra gli italiani e la salute? E come ci curiamo? A rispondere a questa domanda ci pensano l’Istat e l’Eurispes, che hanno di recente analizzato il comportamento dei nostri connazionali quando si tratta di curarsi, rivelando alcune particolarmente interessanti. Rispetto agli anni passati, infatti, è ancora molto alta la percentuale di persone che decide di ricorrere alle cosiddette medicine non convenzionali, che oggi sfiora una quota del 15 per cento su tutto il territorio nazionale.

Due milioni di italiani dall’osteopata. Andando più nel dettaglio, si scopre che la medicina non convenzionale più usata dagli italiani è l’osteopatia: sono infatti oltre due milioni i pazienti che si sono affidati alle mani (è il caso di dirlo) di esperti professionisti, che nella quasi totalità dei casi (quasi il 78 per cento) hanno risolto il problema o comunque generato soddisfazione, secondo quanto dichiarato dagli stessi pazienti.

La definizione di osteopatia. Nonostante sia così diffusa – si contano all’incirca settemila professionisti del settore, nel nostro Paese – questa pratica però non sembra ancora ben conosciuta; per questo, abbiamo chiesto agli esperti di Tcio.it, scuola di specializzazione localizzata a Milano, di spiegare per bene la osteopatia cos’è, così da capire anche i motivi dietro il suo crescente successo.

L’Oms e l’osteopatia. Innanzitutto, bisogna sapere che l’osteopatia è stata inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel novero delle “T&CM Traditional and Complementary Medicine”, ovvero pratiche e terapie che supportano la promozione della Salute. Dal punto di vista più tecnico, viene definita come “medicina non convenzionale”, appunto, e approccio terapeutico e socio sanitario indipendente di primo contatto basati sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento. Attraverso la manipolazione, si individuano nel paziente segni e sintomi di un eventuale disturbo, e in caso di assenza di lesione si procede con il trattamento osteopatico.

Cosa cura l’osteopatia. Questa disciplina sanitaria è infatti complementare alle altre professioni sanitarie, perché interviene nelle condizioni cliniche in cui c’è un’alterazione della funzionalità della struttura, ma senza una lesione del tessuto o dell’organo stesso. L’osteopata agisce in prevalenza sui disturbi associati alle malattie che causano alterazioni funzionali a organi e apparati, vale a dire sulle disfunzioni somatiche, e attua interventi che possono aiutare a migliorare e conservare la salute. Tra i problemi verso cui si rivela più efficace si segnalano i disturbi strutturali e meccanici che coinvolgono l’apparato scheletrico o i muscoli, ma anche sciatalgie, discopatie, dolori articolari, nevralgie e affezioni congestizie come otiti e sinusiti.

Benefici per tutte le età. Inoltre, è riscontrato che l’osteopata può intervenire e apportare benefici a persone di tutte le età: dagli atleti alle donne in gravidanza, dagli anziani ai neonati, non c’è fascia di età che non possa trovar supporto nell’azione di questo professionista. E da Torino arriva un’ulteriore conferma della diffusione dell’osteopatia, che entra nella nursery dell’Ospedale Sant’Anna.

Il test sui neonati. Dopo una fase di test su 50 neonati, che hanno dato riscontri positivi, la dirigenza del presidio ospedaliero torinese ha infatti deciso di aprire ufficialmente uno studio clinico sulla cura osteopatica della plagiocefalia, ovvero le possibili  malformazioni del cranio che avvengono durante il parto naturale. Queste irregolarità del cranio sono di frequente dovute alle forze compressive intrauterine, soprattutto quando il bimbo rimane incanalato troppo a lungo prima di nascere, ma anche dall’utilizzo della ventosa o del forcipe. L’incidenza della patologia si attesta attorno al 15 per cento, ma con l’osteopatia si apre una nuova era nelle cure.

L’osteopatia funziona sui neonati. Tutti i cinquanta bambini sottoposti alle tecniche manipolatorie, infatti, hanno ottenuto un miglioramento visibile e concreto, anche nelle forme più gravi, stimolando l’autocorrezione del cranio e producendo in molte circostanze una risoluzione completa del problema. L’ospedale Sant’Anna di Torino ha dunque deciso di seguire la strada tracciata dalla clinica pediatrica del Bambin Gesù di Roma e del Mayer di Firenze, dove gli osteopati sono già a supporto di neo mamme e bambini.

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